Rilanciare le politiche sociali e interventi finalizzati allo sviluppo. E' l'appello rivolto alla Regione da parte delle organizzazioni del terzo settore che hanno presentato un documento unitario firmato da nove sigle, Federsolidarietà Confcooperative, Legacoopsociali e Agci, Acli, Arci, Uisp, Fish, Cnca, Aias.
Riunitesi in un coordinamento, e alla loro prima uscita ufficiale questa mattina nella sede di Confcooperative Sardegna, chiedono una sterzata alla Giunta Pigliaru. "Un deciso cambio di rotta per far sì che le politiche sociali diventino elemento strategico nelle politiche di sviluppo della nostra regione. Per il benessere di tutti, in particolare delle fasce più deboli.
Tutti insieme vogliamo evitare che i servizi alla persona siano messi a rischio o siano di qualità non adeguata", ha affermato il presidente di Federsolidarietà Francesco Sanna.
Due mesi fa il coordinamento ha inviato una lettera alla Giunta per un confronto su un tema delicato in un settore che nell'isola coinvolge 100 mila utenti, 15 mila lavoratori, con 300 milioni di fatturato attraverso 700 coop sociali. A questo si sommano i 60 mila volontari.
"Non abbiamo avuta alcuna risposta - ha sottolineato Fabio Meloni, presidente regionale delle Acli - aspettiamo da tempo un dialogo costruttivo che veda insieme pubblico e privato nella gestione, progettazione e riordino dei servizi socio assistenziali. Rivendichiamo un ruolo di primo piano, non siamo manodopera dei servizi alle persone".
Tra le principali proposte c'è l'attuazione della legge regionale sulle politiche sociali, inoltre si sollecita con forza la costituzione della Consulta regionale che "consentirebbe a tutti gli attori attivi nel settore di sostenere insieme il welfare in Sardegna", ha detto ancora Sanna.
"La risposta, in attesa del varo del piano socio assistenziale, è già contenuta nel piano regionale di sviluppo che assegna alle politiche sociali il ruolo da protagonista, ma solo sulla carta, atti concreti non se ne vedono ", ha aggiunto Sergio Cardia, presidente regionale Agci.
E' stata poi sollevata l'annosa questione legata alle tariffe. "Il mancato aggiornamento delle tariffe da parte della Regione sta mandando in tilt il settore e mettendo a rischio le prestazioni sociali - ha concluso Anna Melis, presidente regionale della Cnca - in particolare verso i minori, bloccando l'apertura di nuove strutture residenziali".
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