Alti come corazzieri o bassi come nani da giardino? A progettare la nostra statura nell'età adulta sono più di 400 geni 'architetto'. Lo rivela l'analisi del Dna di oltre 250.000 persone condotta tra Europa, Stati Uniti e Australia da 450 esperti di 300 enti di ricerca riuniti nel consorzio internazionale 'Giant' (Genetic Investigation of Anthropometric Traits). Tra loro anche molti italiani, come l'Università degli Studi di Milano, quella di Milano-Bicocca, l'Istituto di ricerca genetica e biomedica del Cnr di Cagliari e l'Università di Pisa. Lo studio, pubblicato su Nature Genetics, dimostra che sono almeno 697 le varianti genetiche che determinano la nostra altezza: queste si concentrano in 423 regioni del genoma, ovvero oltre 400 geni che sono coinvolti per lo più nella formazione e nell'accrescimento di ossa e cartilagini. Nessuna caratteristica fisica o malattia era stata finora collegata ad un numero così elevato di geni. Questo risultato rappresenta un incredibile passo avanti nella 'caccia' ai geni dell'altezza: ad inaugurarla, nel 2007, fu proprio il gruppo di ricerca di Timothy Frayling dell'università britannica di Exeter (che ora guida il consorzio Giant) con la scoperta del primo gene legato all'altezza, chiamato Hmga2. Da allora la ricerca è continuata, è il caso di dirlo, tra alti e bassi, fino all'annuncio nel 2010 della scoperta di oltre 180 varianti genetiche associate alla statura. ''Quello studio - ricorda Giuseppe Novelli, genetista dell'università di Roma Tor Vergata - si concludeva con l'auspicio di trovare 'l'eredità mancante', ovvero gli altri geni coinvolti, ritenendo erroneamente che forse ne avremmo trovati giusto qualche decina. E invece, sorpresa: lo studio attuale ne ha trovati più di 400. Un risultato incredibile, che ci ricorda come l'altezza sia un carattere estremamente complesso, determinato per l'80% dalla genetica, e più precisamente da centinaia di geni i cui effetti vanno a sommarsi, proprio come accade per altri caratteri tipo l'olfatto (determinato da oltre 600 varianti genetiche), l'udito, ma anche parametri fisiologici come la pressione arteriosa''. L'altezza è forse quello più facilmente misurabile, e per questo la scoperta delle sue radici genetiche rappresenta un modello per tutti gli altri. ''Il risultato che abbiamo ottenuto - spiega Timothy Frayling - risponde ad una curiosità scientifica che può avere un impatto concreto sul trattamento di malattie che possono essere influenzate dall'altezza, come l'osteoporosi, il cancro o alcune malattie cardiache. Inoltre rappresenta un passo avanti verso la messa a punto di un test che possa rassicurare i genitori preoccupati per la crescita dei propri figli: la maggior parte di loro potrebbe avere semplicemente ereditato una grossa partita di 'geni corti'''.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA