"Mi piace pensare che la parte
peggiore di questo viaggio doloroso sia ormai alle spalle. Si
sente che c'è una nuova energia, nella mia Bergamo come in tutto
il Paese. Il covid ci ha cambiato, abbiamo paura di
abbracciarci, di baciarci, ma è ora di ripartire". E Roby
Facchinetti lo fa a modo suo, pubblicando un nuovo brano, dal
titolo Se perdo te, una profonda dedica d'amore accompagnata da
un video diretto da Gaetano Morbioli, e con un tour teatrale al
via il 22 marzo, proprio da Bergamo. "E decisamente non è un
caso. Ripartiamo da qui, da dove tutto si è fermato due anni fa,
dopo aver vissuto quello che abbiamo vissuto. Non c'è famiglia
che non sia stata colpita dal covid - tiene a sottolineare
Facchinetti -. E allora ripartiamo, in maniera leggera, ma non
con leggerezza. Perché tutti abbiamo scoperto in questo periodo
buio quanto è importante la musica. Per noi che la facciamo sul
palco, per chi la ascolta. E soprattutto per tutti quelli che
lavorano dietro le quinte e hanno sofferto, e stanno ancora
soffrendo, sulla loro pelle le conseguenze dello stop di un
intero settore". Si poteva fare di più? Si poteva fare di
meglio? "Difficile rispondere, la situazione era quella che era.
Il settore è stato dimenticato e sono state messe pezze non
adeguate alla gravità, ma so che grazie alle restrizioni ora
abbiamo numeri confortanti".
Se perdo te è uno dei cinque brani inediti che compongono
'Symphony', il sesto album solista di Facchinetti uscito a
novembre. Un doppio cd con 19 brani tra i quali 14 del
repertorio classico dei Pooh e degli album di Roby, eseguiti
dall'Orchestra Ritmico Sinfonica Italiana e dalla Budapest Art
Orchestra, dirette dal Maestro Diego Basso. Perché, poi, in
fondo dal passato non si scappa. "Ma no, non sono dispiaciuto se
quando si parla di me si dica l'ex Pooh. Sono stati 50 anni
della mia vita: non si possono cancellare. E a differenza di
Bono che ha dichiarato di non amare il nome U2 dato alla band,
io sono molto affezionato al nostro: è sinonimo di successo
anche se nei primi anni veniva pronunciato nei modi più strani".
"La nostra - conclude - è stata la storia perfetta".
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