Per quasi sette anni non ha mai
rilasciato dichiarazioni dopo il crollo del ponte Morandi (14
agosto 2018, 43 vittime). Oggi Paolo Berti, all'epoca direttore
centrale operations di Autostrade per l'Italia, ha parlato per
ore per spiegare le sue ragioni.
"Il silenzio che ho tenuto finora - le sue dichiarazioni
spontanee - è stato per tutte le persone che sono scomparse. Il
crollo ha provocato in me emozioni distruttive che mi hanno
scosso nel profondo minando la stessa possibilità di vivere.
Alla luce delle conoscenze che avevo all'epoca, il crollo è
stato per me un evento totalmente inaspettato". L'ex manager ha
detto che a un certo punto aveva chiesto ai suoi avvocati di
"poter aderire a un percorso di giustizia riparativa" ma di
avere poi desistito.
Berti ha ribadito più volte che nessuno gli ha detto "che il
Polcevera si era 'inclinato'. Il sistema non ha dato segnali".
Si è definito più volte "demiurgo" che interveniva dove le cose
non andavano bene. "In aula ci è stato detto dall'accusa che
avevamo la Torre di Pisa autostradale e non l'abbiamo fatta
controllare alle eccellenze. Ecco noi avevamo incaricato Cesi
che è la stessa che controlla la vera Torre di Pisa". Ha poi
puntato il dito contro quelli che costruirono il viadotto. "Mi
sono chiesto e mi chiedo: se quelli che nella caccia al tesoro
di quel difetto sono stati definiti come meschini allora quelli
che hanno fatto quello scempio come dovremmo definirli?". E poi
ha spiegato il senso della chat con Donferri Mitelli, del 25
giugno 2018, quando suggerisce di iniettare aria deumidificate
nei cavi per togliere l'umidità. "Ero a un convegno in America.
Io mi riferivo a una soluzione da adottare per il retrofitting.
Parlavo del progetto futuro".
A inizio mattinata ha parlato anche Massimo Meliani, nel 2018
responsabile tecnico del primo tronco di Aspi. "So che qualsiasi
cosa che avrei potuto fare - ha detto scoppiando a piangere -
non avrebbe scongiurato l'accaduto. Sennò non riuscirei a
proferire parola in questa sede e non riuscirei a guardare in
faccia mia figlia se pensassi di avere responsabilità nel
crollo".
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