Un omaggio al pittore lombardo Federico Faruffini (1833-1869), il cui percorso artistico ha più volte incrociato il Sommo Poeta, è in programma dal 18 dicembre al 26 febbraio a Ravenna, nella Manica lunga della biblioteca Classense, con la mostra 'Dante e Faruffini: il fascino del Poeta su un pittore dell'Ottocento', patrocinata dalla Società Dantesca Italiana e dal Comitato Nazionale per le celebrazioni dei 700 anni dalla morte di Dante.
Pochi dipinti, incisioni e volumi d'epoca formano un itinerario raccolto e prezioso: tra le opere più importanti, 'La porta di casa degli Alighieri.
Reminiscenze a Firenze' (olio su tela, 1859, collezione
privata), recentemente esposto a Forlì, Musei di San Domenico,
che si potrà ammirare per la prima volta accanto al bozzetto
preparatorio e all'incisione che lo stesso artista ne trasse. La
mostra è l'occasione per narrare con dipinti, bozzetti e libri
dell'epoca il legame tra un grande artista dell'Ottocento e
Dante, in questo caso visto anche come "padre della Patria".
Il percorso, idealmente partito da Firenze, dove il pittore
si ispirò nel 1856 per 'La porta di Casa degli Alighieri',
termina con l'opera incisoria intrapresa da Faruffini per
l'edizione Pagnoni della Commedia (1865) e soprattutto con
l'albo di firme della tomba di Dante, ms. Classense n. 626
(1863-1897), che contiene un disegno dantesco tracciato da
Faruffini il 27 ottobre 1863 in occasione di un suo finora
sconosciuto viaggio in Romagna. Si riannodano così i fili di un
antico rapporto tra Ravenna, Dante e i viaggiatori che, lungo il
dipanarsi dei secoli e ciascuno con la propria sensibilità,
hanno reso omaggio al sepolcro del Poeta. Nel pantheon dei
visitatori illustri dell'età moderna e contemporanea Faruffini
si aggiunge a Vittorio Alfieri, Lord Byron, Pio IX, Vittorio
Emanuele II e altri sovrani, d'Annunzio, Eleonora Duse, Nazario
Sauro, e poi ancora De Gasperi, Einaudi, fino a Gino Bartali.
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