L'anteprima affidata ad Alessandro
Bergonzoni, Roberto Saviano che davanti a un bracere all'alba
parla di democrazia, Andrea Pennacchi con il suo Mio padre -
Appunti sulla guerra civile e Francesco Montanari, attore nei
panni di un attore. Con tre giorni di spettacoli, danza, musica,
incontri e, per la prima volta, una sezione dedicata all'Arte
contemporanea, debutta dal 6 all'8 giugno la sesta edizione di
Narni Città Teatro, il festival promosso da LVF - Comune di
Narni, realizzato in collaborazione con il Comune di Narni, con
il contributo di MIC - Ministero della Cultura e della
Fondazione Cassa di Risparmio Terni, e con la direzione
artistica di Francesco Montanari e Davide Sacco, pronti a
trasformare l'intera cittadina umbra in un grande palcoscenico.
"Un festival sulla scia dei grandi festival d'Europa - racconta
Sacco - dove con 50 eventi e oltre 100 artisti ci si può
incontrare ed emozionarsi, creare una città fantastica, come
sono le città d'arte".
Correndo sul tema Giocare la vita, dopo Bergonzoni con Arrivano
i Dunque - il 4 giugno eccezionalmente in scena a Terni in
collaborazione con Impresa Fest - in programma ecco anche I
poeti selvaggi di Roberto Bolano con Daniele Russo, Note a
margine di Nicola Piovani, Concita De Gregorio ed Erica Mou con
In mezzo a un milione di farfalle, Gennaro Di Biase in Pronto
Brecht? a cura di Davide Sacco e le prime nazionali del The
Companion dei finlandesi Wauhaus e Reve d'Herbert del francese
Theatre des Quidams. Mentre Adrian Paci con la performance
Chords inaugura il cartellone arte contemporanea, curato da
Antonella Liuzzi.
"In un momento in cui c' un allenamento quotidiano
all'individualismo, a non stare occhi negli occhi con le
persone, lo spettacolo dal vivo è un'esperienza educativa a
tornare all'origine della relazione umana - commenta Montanari -
Narni Città Teatro sembra quasi un rave, dell'arte e della
bellezza". Lui porterà Storia di un cinghiale di Gabriel
Calderon, ispirato a Shakespeare, in cui veste i panni di "un
attore che ottiene il ruolo della vita, Riccardo III, ma sabota
tutto, fino a distruggere il teatro".
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