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Senza contratto i vincitori delle borse Ue Marie Curie, finanziamenti a rischio

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Senza contratto i vincitori delle borse Ue Marie Curie, finanziamenti a rischio

Il mondo della ricerca scrive al Senato, tra i firmatari il Nobel Parisi

13 maggio 2025, 10:32

di Enrica Battifoglia

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Simbolo dell 'iniziativa Marie Skłodowska-Curie Actions (fonte: Msca) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Simbolo dell 'iniziativa Marie Skłodowska-Curie Actions (fonte: Msca) - RIPRODUZIONE RISERVATA

E' urgente un contratto per i vincitori delle borse europee Marie Curie, fra i più prestigiosi finanziamenti della Commissione Europea, che rischiano di non poter accedere ai fondi, stimati in Italia in media circa 85 milioni di euro: è l'appello lanciato al Parlamento da un gruppo si rappresentanti del mondo della ricerca, fra i quali il Nobel Giorgio Parisi, la presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche Maria Chiara Carrozza, la presidente dell'Agenzia per la Promozione della Ricerca Europea Maria Cristina Pedicchio, il presidente dell'Accademia Nazionale dei Lincei Roberto Antonelli e Antonio Zoccoli, presidente della Consulta dei Presidenti degli Enti pubblici di Ricerca e dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare.

La situazione si è creata quando il 2 aprile 2025 l'Agenzia esecutiva responsabile dell'implementazione dei progetti Marie Skłodowska-Curie Actions (Msca) ha comunicato ai vincitori italiani l'obbligo di stipulare un contratto di lavoro. Ma l'unico strumento che lo avrebbe permesso era l'assegno di ricerca, abolito da gennaio 2025.

L'Italia si trova così "nell'impossibilità di stipulare un contratto di lavoro conforme ai requisiti previsti, rendendo al momento, di fatto, inammissibile il finanziamento europeo", si legge nella lettera, indirizzata alla settima Commissione permanente del Senato. Tra le firme anche quella della rappresentante nazionale presso la Configurazione Marie Skłodowska-Curie Actions Luisa Torsi, del presidente dell'Agenzia Nazionale di Valutazione del sistema Universitario e della Ricerca Antonio Felice Uricchio e della presidente della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane Giovanna Iannantuoni.

"Un tempestivo intervento - si legge ancora - è non solo auspicabile, ma necessario per tutelare l'interesse strategico del Paese nel campo della ricerca e dell'innovazione, nonché per offrire opportunità concrete di crescita professionale a centinaia di giovani, il cui percorso rappresenta un investimento cruciale per il futuro dell'Italia e dell'Europa".

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