Il nome del costruttore del nuovo hypersuv G-Tec X-Road, Laffite, porta immediatamente alla mente quello del pilota di Formula Uno Jacques Laffite che debutto nel Gran Premio di Germania del 1974 al volante di una Iso Marlboro (gestita nientemeno che da Frank Williams) e che ha vinto 6 prove tra il 1979 e il 1981 correndo con la mitica monoposto francese Ligier.
In questo caso a 'firmare' l'iniziativa è per suo nipote Bruno Laffite che, collaborando con la G-Tec - società guidata dall'ingegnere Philippe Gautheron - ha realizzato l'inedito suv coupé ad altissime prestazioni X-Road, omologato negli Stati Uniti (dove ha sede la Laffite Supercars) anche per la circolazione su strada. Un costoso 'giocattolo' da 430mila euro, che grazie ad una costruzione derivata da quella dei mezzi per gare off-road e rally-raid, pesa solo 1.300 kg ed offre - in combinazione con il motore di origine GM V8 LS3 6.2 da 720 Cv - un vantaggiosissimo rapporto peso/potenza, analogo a quello della Bugatti Veyron Grand Sport. L'obiettivo, evidentemente, è quello di fare concorrenza sfruttando i 30 esemplari programmati, all'altro (e unico) supersuv coupé del mercato, cioè il Lamborghini Urus.
L'aspetto, in coerenza con la impostazione racing a due sole porte e alla presenza di una gommatura davvero generosa, è certamente meno elegante dell'Urus ma resta molto aggressivo. Così come è 'brutale' il comportamento su asfalto e terra per effetto della trazione sulle sole ruote posteriore e una impostazione delle sospensioni molto vicina al mondo delle competizioni.
L'hypersuv G-Tec X-Road è anche molto compatto, con una lunghezza di 4 metri e 29, e può affrontare il traffico urbano grazie alla presenza di un cambio sequenziale a 5 o 6 rapporti, in funzione della taratura del motore (spazia da 470 a 720 Cv). Bruno Laffite sta lavorando assieme ai partner tecnici anche ad una versione 100% elettrica di questo incredibile off-road, ma le caratteristiche tecniche di questa nuova variante sono ancora segreti.
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