"Ci facciamo Natale". "Penso
proprio di sì". C'è anche questo - il riferimento è a una
dazione di 5.000 euro, che sarebbero serviti ad 'allietare' le
feste - nelle intercettazioni tra l'architetto Fabio Guerriero,
indagato a piede libero e da stamani agli arresti domiciliari
nell'ambito di un nuovo filone investigativo dell'inchiesta
"Dolce Vita" della Procura di Avellino, e l''ex sindaco del
capoluogo irpino, Gianluca Festa, entrambi accusati di
corruzione per l'esercizio della funzione e corruzione in
concorso.
A Festa è stata notificata una nuova ordinanza di custodia
agli arresti domiciliari, ai quali si trova già dal 18 aprile
scorso.
Il passaggio captato sul telefonino di Festa dagli
investigatori il 14 dicembre scorso fa riferimento ad uno
scambio di messaggi tra il professionista, fratello dell'ex
consigliere comunale Diego Guerriero, che dagli inquirenti è
considerato "una sorta di plenipotenziario delegato dal sindaco
a concordare con gli imprenditori importi e modalità delle
dazioni corruttive" e l'ex sindaco. Il "Ci facciamo Natale", e
la risposta di Festa, sarebbero appunto riferiti ad una busta
con cinque mila euro in contanti, da consegnare a Festa, che
Guerriero aveva ricevuto da un imprenditore con lavori in corso
per il comune di Avellino.
In altre circostanze a Festa sarebbero stati consegnati
ulteriori venti mila euro, provenienti dalla dazione di un altro
imprenditore, "in un sistematico rapporto corruttivo - si legge
nell'ordinanza - che prevedeva pagamenti correlati alle
liquidazioni dei vari stati di avanzamento" dei lavori.
I quattro imprenditori, tutti attivi in provincia di
Avellino, sono stati raggiunti dal divieto di contrattare con la
pubblica amministrazione. Nei confronti di Festa, Guerriero e
degli imprenditori è stato anche disposto un sequestro per
equivalente di complessivi 115 mila euro.
Nell'ordinanza del Gip c'è anche un riferimento a Laura
Nargi, indagata per associazione a delinquere, che proprio ieri
si è insediata come nuovo sindaco di Avellino. L'ex vice sindaca
di Festa, secondo gli inquirenti, avrebbe "prelevato e fatto
sparire documenti all'interno dell'ufficio del sindaco nei
giorni immediatamente precedenti l'espletamento di una
perquisizione".
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