In attesa della prossima
convocazione si sposta sui social lo scontro che si sta
consumando in seno al Consiglio dell'Ordine degli avvocati di
Napoli che vede contrapposti una nuova maggioranza, composta da
una ventina di consiglieri guidati da Carmine Foreste, e il
sempre più risicato gruppo del presidente Immacolata
Troianiello, che ieri ha perso altri due consiglieri.
Dai rispettivi profili social il presidente rivendica un
lungo elenco di iniziative che hanno fin qui caratterizzato il
proprio mandato, mentre Foreste sottolinea le criticità di tale
operato, su tutte l'immobilismo attuale del Consiglio e
l'assenza di criteri democratici al suo stesso interno. E viene
giudicata con sorpresa la comunicazione, non motivata, del
presidente Troianiello di far slittare di ben nove giorni la
prossima assemblea interna.
Lo slittamento non motivato dell'assemblea in calendario
martedì 9 ha spinto il tesoriere Nathalie Mensitieri e Stefania
Armiero, a inviare una pec nella quale "manifestano dissenso in
merito alla gestione della programmazione consiliare e chiedono
contestualmente la convocazione del Consiglio il 9 aprile in
quanto il tesoriere deve necessariamente provvedere a
comunicazioni e delibere indispensabili ai fini
dell'approvazione del bilancio".
Botta e risposta, infine, tra la presidente Troianiello e il
consigliere Sergio Longhi (uno dei componenti della nuova
maggioranza) il quale smentisce le dichiarazioni rese dal
presidente circa "i presunti disordini" nella riunione di fine
marzo: i lavori, sottolinea Longhi, si sono svolti "all'insegna
di una normale dialettica, come si conviene all'istituzione che
rappresentiamo". E ancora "in qualità di consigliere anziano, mi
sono limitato a tentare di illustrare una mozione d'ordine per
l'anticipazione di un capo all'ordine del giorno e,
segnatamente, per discutere la mozione di sfiducia presentata da
ben 17 consiglieri (tra i quali il sottoscritto)".
"Troianiello, pur con la pluridecennale esperienza maturata
nelle istituzioni forensi, - conclude il consigliere Longhi -
sembra dimenticare che il Consiglio è, per sua natura, luogo di
confronto e di dibattito e, soprattutto, si ostina a non
prendere atto della circostanza, ormai palese finanche
all'opinione pubblica cittadina, che non gode più della fiducia
del Consiglio, presupposto essenziale per potere legittimamente
continuare a ricoprire la carica".
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