"Na botta rint' 'o core (una botta
nel cuore, ndr) ho sentito quando mi hanno avvertito che Adam
era grave dopo essersi sentito male la notte di Capodanno. Adam
Jendoubi si è spento a 23 anni. Morire nell'età dell'esordio
alla vita genera disperazione: tutto sbagliato, tutto insensato,
è impossibile trovare consolazione". Lo scrive su X Roberto
Saviano, autore de 'La Paranza dei bambini' da cui è stato
tratto l'omonimo film interpretato anche dal giovane attore Adam
Jendoubi.
"L'avevo incontrato a Napoli anni fa, ancora adolescente, era
appena uscito il video della canzone di Liberato dove
interpretava il ruolo di protagonista e stava vivendo la prima
curiosità delle persone che lo riconoscevano in strada.
Espressivo, dinamico, intenso, non è facile in un video senza
una sola parola pronunciata, permettere al proprio profilo di
emergere così chiaramente. Sentimentale e a tratti guascone, il
regista voleva che si caratterizzasse così e Adam nel quotidiano
era così. Adam aveva il viso della nuova Napoli: metà polacco,
metà tunisino e completamente partenopeo. "Ecco perchè sei così
bello - gli avevo detto - sommi più culture ed è sempre così,
bellezza nasce da ciò che si mischia, si intreccia, si confonde
perché dispone la vita in forme nuove e inaspettate". Mi guardò
perplesso e decise di rispondere con un sorriso a tutto quel
blaterare che non aveva capito dove andasse a parare, io
imperterrito continuai: "Hai dentro di te tre culture e quante
lingue parli?". "Io parlo il forcellano" rispose e finimmo nel
chiasso delle risate. Adam l'avevamo scelto per il ruolo di
Aucelluzzo nel film "La paranza dei bambini", fare l'attore era
sua aspirazione vera. E ora? E ora non c'è altro atto possibile
che ricordare, resteranno come traccia della sua vita i video,
il film, le foto e la memoria di chi è cresciuto con lui a
Forcella. Resterà la storia di un ragazzo figlio di due
migranti, di due culture distanti e che Napoli ha saputo rendere
prossime come sempre fa questa città che tutto avvicina dando
cittadinanza universale a chiunque la attraversa e vive. E
resteranno i suoi organi che continueranno a respirare in altre
vite. Addio Adam, addio ragazzo", conclude Saviano.
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