Il Labirinto della Masone di Franco Maria Ricci ospita a Fontanellato (Parma), dal 6 aprile al 30 giugno, la mostra 'Musca Depicta.
C'è una mosca sul quadro', a cura di Sylvia Ferino ed Elisa Rizzardi: una curiosa esposizione che insegue le apparizioni della mosca nelle arti visive a partire dalla scuola di Giotto e fino al contemporaneo.
Il
piccolo insetto invaderà le sale espositive del Labirinto in
occasione dei quarant'anni dalla pubblicazione da parte di
Franco Maria Ricci del volume Musca depicta, in cui il saggio di
André Chastel ripercorreva per la prima volta le incarnazioni
artistiche del ronzante dittero nella pittura europea dal XV al
XVII secolo.
Obiettivo della mostra è quello di ampliare notevolmente il
quadro delineato nel libro del 1984, offrendo una lettura
sfaccettata di un insetto da sempre considerato molesto e
inopportuno, la cui rappresentazione ha svelato nel tempo
retroscena e curiosità controverse. Più di cinquanta opere tra
tele, grafiche, sculture e volumi manoscritti e a stampa si
snodano nel percorso espositivo secondo uno specifico ordine
tematico. Ma, come ricorda Leon Battista Alberti nell'Elogio
contenuto nel fondamentale incunabolo che apre la mostra, la
mosca è libera: non conosce gerarchie né limiti di pertinenza.
Nell'antichità la rappresentazione realistica di una mosca
nel quadro poteva suggestionare diverse interpretazioni, dal
monito cristiano di non abbandonarsi alle mondanità, fino
all'idea che l'effimera creaturina potesse incarnare la fugace
fama dell'artista, passando per l'inganno - il trompe l'oeil -
che dimostrava il virtuosismo del pittore. Ma la mosca si adagia
indifferentemente anche su alimenti e animali, come nelle opere
immobili e iperrealistiche di Maurizio Bottoni, mentre nel video
Fly di Yoko Ono è un corpo nudo ad esserne attraversato per 24
minuti.
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