Il low cost e il risparmio sono i principali motivi del boom del fast fashion e degli acquisti di seconda mano. La conferma emerge da un'indagine realizzata dall'Istituto Piepoli per Udicon (Unione per la Difesa dei consumatori) che mette in risalto anche come il canale online è il principale per l'acquisto di capi low cost, nel 37% dei casi. Il digitale si conferma più un canale "per giovani", con il dato più alto tra i 35 e i 54 anni.
Il principale motivo per acquistare da marchi fast fashion - si sottolinea nella ricerca - nel 66% dei casi è il prezzo basso, ma tra i giovani tanti pensano che acquistare capi di abbigliamento a basso costo o di seconda mano sia un modo "per stare sempre in linea con le ultime tendenze".
Nel dettaglio, 4 italiani su 10 hanno acquistato almeno una volta abbigliamento di seconda mano, e tra loro il 57% preferisce appunto le piattaforme online cime eBay, Depop, Vinted. Tra i meno giovani invece va sempre più di moda lo shopping nei mercatini. Il principale incentivo per l'acquisto di prodotti second hand - si sottolinea dunque nella ricerca - è il prezzo più basso (78%), ma tanti indicano anche la necessità di acquisti che siano in linea col principio della sostenibilità (44%).
Per gli acquisti online, infine, il 47% dei rispondenti acquista mensilmente, mentre il 28% lo fa settimanalmente.
"L'indagine conferma un dato ormai strutturale dove il risparmio è diventato un motore potente delle scelte d'acquisto", afferma Martina Donini, presidente di Udicon: "Il digitale è diventato il principale canale di acquisto per i capi low cost e a guidare questa tendenza - spiega - è senza dubbio Amazon (58%), che si impone come piattaforma di riferimento assoluto per chi cerca risparmio, comodità e ampia scelta".
"Questa egemonia - aggiunge - però non può farci dimenticare che anche il low cost deve sottostare a regole precise: trasparenza nelle informazioni, sicurezza dei prodotti, correttezza nei tempi di consegna e nelle modalità di reso. Il prezzo basso non può e non deve mai giustificare la mancanza di garanzie. I consumatori hanno il diritto di sapere cosa comprano, da chi lo comprano e con quali condizioni di tutela".
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