"Le altisonanti minacce della
ditta De Francesco sulla mancata realizzazione del Tunnel e
annessa riqualificazione del centro appaiono ben poco fondate,
perché è noto a tutti che la mancata realizzazione del progetto
non è dovuto a colpe del Comune". Così, la Rete della sinistra
termolese all'indomani della diffida dell'impresa appaltatrice
del project-financing all'indirizzo dell'amministrazione
termolese.
Il piano degli interventi per la realizzazione di un
"passante" tra il porto e il lungomare nord, fortemente voluto
dall'allora sindaco di Termoli Angelo Sbrocca, fu al centro
negli anni tra il 2017 e 2018 di una battaglia giudiziaria con
ricorsi al Tar da parte del Comitato "No Tunnel".
"E anche il mancato inizio delle procedure dopo la sentenza
del Consiglio di Stato non potrà essere considerato
silenzio-impedimento - proseguono dal movimento politico -, e
non costituirebbe quindi causa di risarcimento, poiché tale
principio non è applicabile alle pubbliche amministrazioni. Ciò
è stato affermato con chiarezza nei due procedimenti simili che
hanno coinvolto nel recente passato l'Amministrazione termolese,
quello della revoca del progetto di finanza del cimitero e
quello del contenzioso con la ditta Nidaco: è noto che in tutti
e due i casi, dalle caratteristiche quasi identiche al nostro, i
ricorrenti non hanno ricevuto quasi nulla delle altissime cifre
richieste come risarcimento. La De Francesco potrà al massimo,
nell'ipotetica situazione a lei più favorevole, richiedere il
pagamento delle spese di progettazione; né può invocare
responsabilità precontrattuali del comune, considerato che già
il progetto inizialmente messo a gara differiva da quello
ritenuto dalla Regione meritevole di finanziamento pubblico (i
famosi 5 milioni di euro), in quanto comprendeva tutta la parte
di edilizia privata non presente nel piano approvato in Regione.
Quello di cui si parla ora, poi, è ancora più differente".
Dunque il movimento politico "smonta" le accuse della De
Francesco, ma Marcella Stumpo "bacchetta" anche il Presidente
della Regione Molise Francesco Roberti che, come sindaco di
Termoli nel 2019, fu "sensibilizzato" a "chiedere la revoca in
autotutela del progetto, proprio per evitare ambiguità e
situazioni lasciate colpevolmente in sospeso. Senza naturalmente
essere ascoltati.
Avremmo risparmiato ai cittadini questo "braccio di ferro"
nonché i soldi pubblici per pagare il parere ad un legale
esterno che si poteva avere gratuitamente dall'Anac un anno fa".
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