Le aziende europee possono mitigare l'effetto dei dazi di Trump, ma su auto, alluminio e acciaio l'effetto si farà comunque sentire. Ne sono convinti gli analisti di S&P, l'agenzia di rating, che ritengono che le società europee con rating beneficino di importanti fattori di attenuazione che dovrebbero consentire loro di gestire l'impatto diretto immediato dei dazi del 20% e del 10% imposti dall'amministrazione Trump sulle merci provenienti rispettivamente dall'Europa e dal Regno Unito. Sulle auto "prevediamo che l'Ebitda massimo a rischio derivante dalle importazioni di veicoli finiti nel 2025 sarà di 10-11 miliardi di euro (misurato da aprile a fine dicembre). S&P prevede che "le aziende europee che operano nel settore dell'alluminio e dell'acciaio, anch'esse soggette a una tariffa del 25%, saranno probabilmente colpite negativamente". Il settore automobilistico e quello metallurgico sono i più colpiti dai dazi americani ma "per gli altri settori, ipotizziamo effetti diretti limitati o molto limitati, in quanto in molti casi esistono fattori mitiganti che possono attenuare il potenziale danno delle tariffe". La contromisura "più efficace è la produzione locale esistente negli Stati Uniti" ma anche, come possono fare le aziende del settore lusso "la capacità di trasferire, in tutto o in parte, le tariffe ai clienti attraverso aumenti di prezzo e la possibilità di riorientare le vendite verso altre regioni". "Le decisioni strategiche a più lungo termine che alcune aziende stanno attualmente prendendo in considerazione, tra cui cambiamenti permanenti nell'impronta produttiva, sembrano più difficili da attuare nell'attuale contesto volatilità del contesto attuale" sottolineano gli analisti. Le dimensioni però contano: "le società più piccole di solito hanno meno potere contrattuale e meno spazio per adattarsi a volumi più bassi, margini in deterioramento e metriche di credito più deboli".
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