"Affascinante, coinvolgente,
provocatoria": così per Franco Masoero, stampatore della sua
produzione grafica, era Carol Rama, una delle artiste più
importanti dell'arte contemporanea in Italia, "scoperta" dalla
critica negli anni Ottanta quando era quasi sessantenne
(1918-2015). Torinese, chiamata a confrontarsi in gioventù con i
traumi della morte del padre e i problemi della madre, Carol
Rama ha saputo imporsi artisticamente con la creazione di un
"mondo" personale popolato di esseri umani, organi sessuali,
animali, oggetti, protesi e altro. Opere che agli inizi avevano
fatto gridare allo scandalo. "Il piccolo mondo" dell'artista è
proposto, attraverso una quarantina di grafiche originali dalla
collezione Masoero, in una mostra promossa dalla Galerie Bordas,
a Venezia, fino al 31 luglio.
E' l'occasione per addentrarsi in opere realizzate con una
tecnica che l'artista aveva affrontato negli anni Quaranta, con
la realizzazione di una cartella "le parche", e poi messa da
parte per quasi 50 anni, fino agli inizi degli anni Novanta. Da
quel momento, in occasione dell'incontro con Masoero - come lo
stesso racconta in un'intervista in catalogo - l'artista
riaffronta la grafica. La reinventa e muta seguendo il proprio
demone. In pochi anni realizza 150 incisioni originali, spesso
ritoccate a mano, o integrando l'incisione con oggetti e
materiali di natura diversa (smalto per unghie, pelli, camere
d'aria), ricreando così quel piccolo mondo intimo fatto di
infinite ripetizioni. Tra le opere in mostra, Le Parche (rare
prove della prima serie di incisioni), la cartella Sprovieri
(Seduzioni, Macelleria, Il Rovescio di Achille), la serie La
Mucca Pazza, Le Malelingue, La mano bianca (con haiku del poeta
Sanguineti).
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