(dell'inviata Manuela Tulli)
Vladimir Putin "vuole tutta
l'Ucraina". Lo dice senza tanti giri di parole l'arcivescovo
cattolico di Leopoli, mons. Mieczyslaw Mokrzycki. I colpi che
ieri hanno distrutto una centrale elettrica e alcune
infrastrutture ferroviarie della 'piccola Vienna' dell'Ucraina
si sono sentite anche dal palazzo arcivescovile. "Ci chiedevamo
che cosa stesse succedendo, poi abbiamo scoperto che era caduto
un missile a poco più che un chilometro da qui", racconta il
vescovo all'ANSA.
Quindi non c'è solo la questione del Donbass o della Crimea.
"I bombardamenti toccano anche qui, Leopoli, perché Putin ogni
tanto fa questi segni che lui non soltanto vuole conquistare una
parte dell'Ucraina, lui vuole conquistare tutta l'Ucraina. Per
questo fa questi bombardamenti in diverse parti del Paese". Ieri
per la prima volta è stata colpita anche la Transcarpazia. "E ci
dispiace perché qui a Leopoli sta distruggendo importanti
infrastrutture per le comunicazioni, per mantenere in vita la
gente e per avere lavoro. Speriamo - ha detto il vescovo - che
questa tragedia, che questa orribile guerra finisca presto".
Oggi Leopoli è tornata ad una parvenza di normalità: negozi
aperti, traffico, mamme con bambini a passeggio. Ma, per fare un
esempio, i passaggi a livello non funzionano, e i treni che
passano nei sobborghi della città devono annunciarsi suonando
prima del loro arrivo.
Il vescovo Mokrzycki ci accoglie, con la missione della
fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre, tra le icone
della Madonna di Cestochowa e la statua di Maria dorata che
appartenne a Giovanni Paolo II, del quale lui è stato
segretario. E' polacco ma da quindici anni è vescovo in Ucraina
e, quando parla delle divisioni tra le Chiese, ortodossi di
Mosca e ortodossi di Kiev, cattolici e greco-cattolici, ripete:
"Siamo tutti ucraini", "la guerra non può essere l'occasione per
una resa dei conti" tra le confessioni religiose che in questa
tragedia debbono invece essere più unite che mai. E racconta che
due sere fa ha ospitato a cena il metropolita Filarete, che a
Leopoli è il referente della Chiesa di Mosca, quella del
Patriarca Kirill. "Io parlo con tutti perché le divisioni non
arrivano dalla gente, non sono del popolo", dice. "E poi bisogna
dire che alcuni vescovi ortodossi ucraini, che sono del
Patriarcato di Mosca, si sono espressi criticamente verso
Kirill", che ha 'benedetto' la guerra di Vladimir Putin. "E che
facciamo, li cacciamo via?", chiede criticando le due proposte
di legge all'esame del Parlamento ucraino che vorrebbero
estromettere dal Paese gli ortodossi che sono sotto l'ombrello
di Mosca e confiscare i loro beni.
Quanto alle prospettive di questo conflitto il vescovo non
vede la possibilità di compromessi senza che i russi abbandonino
prima i territori occupati: "Non si può sacrificare una parte -
dice riferendosi al Donbass o alla Crimea - per sopravvivere.
Voi dareste Milano o Udine pur di vivere? Ci vuole anche onore e
dignità!".
Mons. Mokrzycki spera infine ancora in una visita del Papa in
Ucraina, anche se sa che il Pontefice ha detto di non ritenere
opportuno questo viaggio in questo momento. "Sarebbe una cosa
molto attesa dalla gente. Come apostolo della pace bacerebbe
questa terra martorizzata e la benedirebbe. Anche senza fare
incontri, il solo suo mettere il piede in questa terra, come
Pietro dei nostri tempi, sarebbe un segnale di speranza in mezzo
tanto dolore della nostra gente".
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