Papa Francesco, da vescovo di Roma,
torna a ordinare i sacerdoti per la sua diocesi. Lo scorso anno
le ordinazioni presbiterali furono posticipate e celebrate dal
cardinale vicario Angelo De Donatis a San Giovanni in Laterano
per via della pandemia; ma domenica 25 aprile, alle ore 9, sarà
nuovamente il Pontefice a presiedere il rito nella basilica di
San Pietro e nella domenica del Buon Pastore.
Sono nove i giovani che saranno consacrati e che si sono
formati nei diversi seminari diocesani. Hanno dai 26 ai 43 anni.
C'è tra loro anche un ex regista e una promessa del calcio della
Roma.
Originario della Romania è Georg Marius Bogdan. Salvatore
Marco Montone, 32 anni, arriva dalla Calabria; si era trasferito
a Roma per gli studi universitari. Per lui sono state
particolarmente importanti le esperienze di servizio con la
Caritas diocesana: "Ho sperimentato davvero quella 'chiesa
ospedale da campo' di cui ci parla Papa Francesco". Esperienza
simile per Diego Armando Barrera Parra, ventisettenne
colombiano: "Una volta finito il liceo, in Colombia - racconta
-, facevo volontariato nel carcere minorile e in una fondazione
per tossicodipendenti. Lì è nato il mio desiderio di poter
aiutare e servire il prossimo per sempre". Il più giovane dei
nove diaconi è Manuel Secci, ventiseienne romano, cresciuto a
Torre Angela nella parrocchia dei Santi Simone e Giuda Taddeo.
Al Seminario Maggiore ha studiato Salvatore Lucchesi, siciliano
di 43 anni. Era arrivato da Brindisi a Roma per studiare
medicina, 29 anni, Giorgio De Iuri. Mateus Enrique Ataide da
Cruz, 29 anni, è nato in Brasile, a Afogados da Ingazeiras, e si
è trasferito a Roma sette anni fa, per frequentare il Seminario
della Madonna del Divino Amore. "Quando avevo 15 iniziai a
lavorare per un uomo anziano, lo aiutavo con il computer -
racconta -. Nel contratto di lavoro era scritto chiaramente che
ogni giorno avrei anche dovuto pregare insieme a lui e recitare
il Rosario. Quella che i primi tempi ho vissuto come
un'imposizione, è diventata poi per me una necessità". Riccardo
Cendamo, del Redemptoris Mater, quarantenne, sognava invece di
diventare regista, e per qualche anno lo ha anche fatto. Ma poi
ha capito che non era quella la sua strada. È l'ultimo di
quattro fratelli Samuel Piermarini, 28 anni e una grande
passione per il pallone. "Giocavo ad alti livelli, la Roma mi
chiamò per fare un provino - ricorda -. Alla fine
dell'allenamento mi chiamò Stramaccioni e mi disse: 'Allora
Piermarini, puoi firmare con noi!'. Ma io risposi che non me la
sentivo". Quindi l'ingresso al Redemptoris Mater e, domenica,
l'ordinazione presbiterale: "Non vedo l'ora!".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA