26 agosto-28 settembre 1978: durò un lampo il pontificato di Giovanni Paolo I, ma quei pochissimi giorni furono sufficienti a rapire il cuore di milioni di fedeli affascinati dal suo sorriso contagioso, dalla sua semplicità, dall'immediatezza dei suoi racconti aneddotici. A raccontare la storia di Albino Luciani è il libro "Lo stupore di Dio", di Nicola Scopelliti e Francesco Taffarel (Edzioni Ares).
"Ad Albino Luciani - scrive nella prefazione il Segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin - mi lega una sincera devozione, e pur non avendolo conosciuto personalmente per evidenti ragioni anagrafiche ho avuto modo di rallegrarmi, in occasione della sua elezione al Soglio pontificio, avvenuta tra l'altro dopo un solo giorno di conclave. Con lui condivido le origini venete ed una religiosità tipica di queste zone che hanno dato alla Chiesa due pontefici nel secolo scorso: il trevigiano Giuseppe Sarto, Pio X, e lo stesso Giovanni Paolo I".
Dalla nascita a Forno di Canale, come si chiamava allora l'odierna cittadina di Canale d'Agordo, fino alla causa di beatificazione: il saggio attraversa tutta la storia di Albino Luciani: dall'infanzia, gli studi, la scelta di abbracciare la vita sacerdotale, fino all'arrivo al soglio di Pietro con quella umiltà e il sorriso che in un mese ha conquistato il mondo.
Un capitolo del libro è dedicato alla sua morte che ha suscitato tante illazioni negli anni. Gli autori partono innanzitutto dalla sua ultima giornata che "si svolse nella normalità", con gli incontri e udienze che erano programmati. Il saggio ripercorre anche i momenti successivi alla morte con il comunicato ufficila del Vaticano che glissava sul fatto che a trovare morto nel letto il Papa fosse stata una religiosa, suor Vincenza Taffarel.
La morte così improvvisa creò una serie di ipotesi e congetture e "da più parti - si ricorda nel libro - si chiese l'autopsia per chiare le cause" ma l'ipotesi non fu mai presa in considerazione dal Vaticano. Per i medici professori Renato Buzzonetti e Mario Fontana "la causa della morte fu un'ischemia cardiopatica". Forse durante la cena c'era stato un preavviso perché il pontefice aveva avvertito delle fitte al petto ma, nonostante i suoi assistenti lo avessero invitato a consultare il medico, Papa Giovanni Paolo I decise di soprassedere a quel malore.
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