Il Consiglio regionale ha approvato
all'unanimità una risoluzione di solidarietà al popolo iraniano
sottoscritta da tutti i gruppi. Il testo condanna "con la
massima fermezza l'imposizione violenta di regole religiose, i
maltrattamenti, gli arresti, le violenze, la tortura, gli abusi,
le restrizioni delle libertà personali perpetrate dalle autorità
iraniane nei confronti degli oppositori del regime; esprime
solidarietà al popolo iraniano, in particolare alle donne e ai
giovani che guidano la protesta; sostiene con forza le legittime
aspirazioni del popolo iraniano alla libertà e all'esercizio dei
fondamentali diritti umani; invita i parlamentari valdostani ad
operare affinché il Parlamento condanni ufficialmente e in modo
netto la sistematica violazione dei diritti umani da parte delle
autorità iraniane e il governo assuma opportune iniziative".
L'iniziativa è stata illustrata dalla vicecapogruppo di Pcp,
Chiara Minelli: "L'Iran è stato rimosso dal Comitato Onu sui
diritti delle donne fino al 2026: è questo un forte messaggio di
condanna nei confronti del governo iraniano così come
rappresenta l'espressione della solidarietà nei confronti delle
donne e dei giovani. Crediamo che sia importante che anche il
Consiglio regionale faccia sentire la propria voce e siamo
contente che tutti i gruppi abbiano sottoscritto la nostra
risoluzione".
"Abbiamo condiviso e sottoscritto con convinzione questa
risoluzione - ha affermato il capogruppo Av-Vda Unie, Albert
Chatrian -, perché riteniamo giusto e necessario che
un'istituzione come la nostra, che si fonda sui principi
costituzionali libertà e democrazia , prenda posizione quando,
in altri Paesi, questi stessi valori vengono sistematicamente
negati e calpestati".
"Non possiamo che unirci a questa manifestazione di
solidarietà nei confronti del popolo iraniano - ha dichiarato il
consigliere di Fp-Pd Andrea Padovani - che chiede libertà e che
da mesi vive nel terrore della repressione di un regime che
perseguita minoranze, mette a tacere i suoi oppositori e
incarcera giornalisti e nel quale il sangue scorre troppo e da
troppo tempo".
Il capogruppo della Lega Vda, Andrea Manfrin, ha sottolineato
che "il problema sollevato da questa triste vicenda, uguale a
migliaia di tante altre tristi vicende, vicine a noi, come
quella di Saman, per esempio, ci impone di condannare con
fermezza le imposizioni violente di regole religiose e di
rifiutare, culturalmente, qualsiasi imposizione che voglia
promuovere la sharia in qualunque parte del mondo perché,
ovunque arrivi, produce sempre i medesimi terribili effetti".
"La nostra assemblea è il luogo più adeguato per esprimere
democraticamente i grandi risultati che l'umanesimo ha portato:
poter esprimere democraticamente, con un voto, questo tipo di
vicinanze. La democrazia passa anche per questi piccoli grandi
voti", ha aggiunto il capogruppo di Stella Alpina, Carlo Marzi.
Il presidente del Consiglio, Alberto Bertin, ha chiuso il
dibattito evidenziando che l'assemblea è intervenuta "spesso
sulla questione del popolo curdo. Jina Amini", la cui morte ha
dato il via alle proteste in Iran," era una donna curda: 'vita
donne e libertà' è lo slogan della rivolta in Iran che riprende
quello del movimento curdo, che ha nell'emancipazione delle
donne un elemento importante. Ad esempio in Siria, a Kobane, le
guerrigliere curde - islamiche peraltro - hanno fermato l'Isis e
difeso la civiltà. Ci auguriamo che questa battaglia provochi
una rivoluzione in Iran riconoscendo anche i diritti del popolo
curdo".
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