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Alla Corte costituzionale lo sblocco dei rincari dei pedaggi autostradali

Alla Corte costituzionale lo sblocco dei rincari dei pedaggi autostradali

Consiglio di Stato dopo i ricorsi di Rav: "Senza aumenti possibili rischi per i futuri fruitori e la libertà d'impresa"

AOSTA, 15 febbraio 2025, 19:55

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Il Consiglio di Stato ha sollevato la questione di legittimità costituzionale della parte del decreto legge 'milleproroghe' del 2019 (articolo 13, comma 3) che ha avuto come conseguenza "il ritardo, peraltro più volte reiterato, dell'aggiornamento del Pef (Piano economico finanziario) e dell'adeguamento delle tariffe" di società concessionarie autostradali. La sentenza non definitiva (294/2025) riguarda due ricorsi della Rav (Raccordo autostradale valdostano) spa, che gestisce il tratto di autostrada A5 Aosta-Traforo del Monte Bianco, contro il ministero delle Infrastrutture e dei trasporti. Il Tar della Valle d'Aosta aveva infatti respinto le richieste della società - controllata indirettamente da Autostrade per l'Italia - che, forte di una convenzione, chiedeva di ottenere gli incrementi tariffari negati dal ministero per il 2020 e il 2021.
    Per i giudici della quinta sezione del Consiglio di Stato, "la posticipazione dei termini procedimentali" produce "effetti distorsivi in quanto altera la corrispondenza fra fruizione del bene e pagamento del relativo pedaggio e ne allontana nel tempo la corrispondenza, potenzialmente riverberandosi su fruitori futuri, che fruiscono di un bene che non corrisponde (più) a quello considerato nel pedaggio corrisposto".
    Inoltre "pregiudica le capacità programmatorie e di ottenimento delle risorse necessarie per lo svolgimento dell'attività di impresa" con "conseguente violazione dell'articolo 41 della Costituzione". La questione di legittimità costituzionale riguarda anche gli articoli 3, 11, 77, 97 e 117.
    Quasi un mese dopo questa pronuncia (datata 15 gennaio), il 13 febbraio scorso, con un'ordinanza, il Consiglio di Stato ha sospeso il giudizio per un altro ricorso di Rav - che chiede un rincaro del 21,51% per le tariffe 2023 - in attesa dell'espressione della Consulta.
   

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