Il centro Dai dell'Usl Umbria 1 di
Città della Pieve, diretto dalla dottoressa Laura Dalla Ragione,
riapre le porte ai giovani di età compresa tra i 12 e i 19 anni,
provenienti da tutta Italia.
Come ogni anno, da giugno a settembre, la struttura accoglie
giovani pazienti affetti da obesità e da disturbo da
alimentazione incontrollata. Da quasi 15 anni il centro è
riconosciuto come un punto di riferimento d'eccellenza italiano
per la cura e la riabilitazione; dal 2020, inoltre, è "Centro
nazionale di elevata specializzazione", accreditato dalla
Società italiana dell'obesità (Sio).
La struttura - come riferisce la stessa Usl - è stata
recentemente ingrandita: accoglie 19 pazienti in regime
residenziale e dieci in regime diurno; molti di loro sono poi
seguiti in ambulatorio. Nel 2022 sono state circa 240 le persone
che hanno avuto bisogno del supporto del centro. "Tutte le
rilevazioni statistiche - spiega Laura Dalla Ragione,
responsabile centro Dai e Rete Dca dell'Usl Umbria 1 -
continuano a mettere l'Italia in cima alla lista dei paesi
europei per il numero di bambini obesi, nonché far emergere
numeri sempre crescenti di obesi anche gravi, nelle altre fasce
di età. L'Umbria non è più un'isola felice e si stima, secondo
la rilevazione di Okkio alla salute, che il numero dei bambini
che ne soffre sia intorno ai 20.000. L'obesità in quella fascia
di età, oltre che essere un fattore di rischio importante per
l'obesità adulta, è fonte di grande sofferenza per i ragazzi,
oggetto di bullismo e di cyberbullismo".
Nel centro Dai il lavoro coinvolge molti professionisti,
medici, psicologi, educatori tecnici della riabilitazione
psichiatrici.
Anche nel lavoro nutrizionale i pazienti lavorano ognuno sul
proprio specifico rapporto con il cibo e l'alimentazione, avendo
come obiettivo quello di orientarli verso uno stile alimentare
sano e che sia attento anche alle esigenze personali.
Molte sono le attività proposte: due volte alla settimana la
piscina; un maneggio diventa un laboratorio di esperienza di
ippoterapia; corsi di ballo. Al percorso nutrizionale si
interseca quello psicologico.
Durante il percorso, si lavora anche con i familiari, punto
cardine del trattamento.
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