La Polizia
di Stato ha ricordato nella chiesa di Santa Maria della
Misericordia a Tuoro sul Trasimeno e al cimitero di Vernazzano,
il sovrintendente capo Emanuele Petri, Medaglia d'oro al valor
civile, nel 19/o anniversario della morte.
Alla cerimonia sono intervenuti la vedova Alma Petri e la sua
famiglia, il prefetto di Perugia, Armando Gradone, il questore
del capoluogo umbro, Giuseppe Bellassai e quello di Arezzo,
Dario Sallusti; i rappresentanti delle forze dell'ordine, i
sindaci di Tuoro sul Trasimeno, Maria Elena Minciaroni, e di
Castiglion Fiorentino, Mario Agnelli, la direttrice
dell'Istituto per Sovrintendenti della Polizia di Stato di
Spoleto, Maria Teresa Panone con alcuni allievi agenti, una
rappresentanza della polizia ferroviaria, di quella stradale e
dell'Associazione nazionale polizia di Stato.
Al termine, della Messa presieduta dal cappellano della
Polizia di Stato, le Autorità si sono recate al cimitero di
Vernazzano, per la deposizione di una corona d'alloro della
polizia e dell'Amministrazione comunale di Tuoro sul Trasimeno
dove è sepolto Emanuele Petri.
"Emanuele Petri - ha sottolineato il questore Bellassai - è
stato un uomo attento agli altri, che ha trasformato in eroismo
il suo impegno, il suo amore per la divisa che indossava e per i
valori che in quella divisa si identificano. È stato un uomo che
non ha esitato a fare il proprio dovere pur nel pericolo; in
questo modo ha consentito di difendere le Istituzioni
democratiche dai vili assassini di Massimo D'Antona e Marco
Biagi ma anche da quanti, accecati da un folle e insensato
fanatismo, intendevano scuotere le fondamenta della vita
democratica del nostro Paese. Emanuele Petri, ancora oggi, ci
insegna che la democrazia è una conquista da difendere contro le
ingiustizie e i soprusi. Ci insegna a credere in quello che
facciamo e ad esserci sempre, come donne e uomini della Polizia
di Stato, per difendere la nostra società dai germi
dell'intolleranza e dell'odio".
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