"La situazione delle carceri in
Italia e in Umbria è molto difficile, ma a Terni lo è
particolarmente. Gli episodi accaduti nelle ultime settimane
hanno messo a dura prova la capacità di tenuta, garantita da una
straordinaria professionalità degli agenti di polizia
penitenziaria, di tutto il personale e della stessa direzione
del carcere. Tuttavia bisogna intervenire". A dirlo è stato il
deputato umbro del Pd Walter Verini, parlando con i giornalisti
al termine di una visita nella casa circondariale ternana. Qui -
ha sottolineato - "c'è un numero di detenuti superiore alla
capienza necessaria, in rapporto soprattutto alla mancanza di
personale".
In particolare - stando agli ultimi dati aggiornati - sono 512 i
detenuti ospitati, rispetto ai 416 previsti, mentre c'è una
carenza di circa 40 unità di polizia penitenziaria, soprattutto
sottufficiali.
"Già qualche intervento è stato fatto, perché nei prossimi
giorni arriveremo a 25 detenuti in meno - ha proseguito Verini
-, però secondo noi occorrerà fare uno sforzo maggiore. Per
questo confido nell'importanza della visita in carcere di
martedì del capo del Dipartimento dell'amministrazione
penitenziaria, Bernardo Petralia, già due volte programmata e
poi rinviata per cause di forza maggiore. E' un segnale di
attenzione dei vertici del Dipartimento su una realtà carceraria
così rilevante. I sindacati della polizia penitenziaria, il
personale, i vertici del carcere potranno far toccare con mano i
problemi". Presente all'incontro con la stampa anche il
vicesegretario regionale della Ugl polizia penitenziaria,
Francesco Petrelli.
"Il problema di Terni parte da lontano - ha commentato -, da
quando il provveditorato Umbria è stato accorpato al quello
della Toscana, con i detenuti del carcere di Sollicciano che
ricadono su Terni e Perugia. Terni è poi appesantita dal fatto
che ci sono troppi circuiti. Sarebbe una casa circondariale,
quindi con pene non superiori ai cinque anni, però nel tempo si
è adattata al carcere di massima sicurezza. La qualità e la
professionalità di tutti gli operatori a tutti i livelli hanno
permesso di andare avanti, ma - ha concluso Petrelli - siamo
arrivati ad un punto di non ritorno".
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