È caccia all'uomo dalla notte scorsa a Prato per arrestare un cinese in fuga che ha sparato per giustiziare una connazionale. La squadra mobile lo cerca come responsabile di un tentato omicidio.
Voleva rapinarle 10.000 euro, il piano non gli è riuscito e le ha sparato con una pistola alla testa. La donna, 46 anni, è in gravi condizioni all'ospedale. E' successo intorno all'una.
L'uomo ha sequestrato, tentato di rapinare, minacciato e sparato alla 46enne, poi trovata in strada col volto ricoperto di sangue mentre chiedeva aiuto. È viva per miracolo perché il proiettile le si è fermato in gola. I chirurghi hanno estratto l'ogiva in una delicata operazione d'urgenza.
Si tratta dell'ennesimo episodio di violenza, intimidazioni e spari all'ombra della guerra "delle grucce" tra clan cinesi, come viene definita la battaglia per il monopolio del ricco mercato degli appendiabiti e della logistica dell'abbigliamento, verosimilmente la punta dell'iceberg di uno scontro di potere più ampio fra due cartelli criminali cinesi in lotta per una leadership che da Prato si proietta in tutta Europa. In questo caso, a quanto si apprende, è ancora prematuro stabilire il collegamento esatto con la 'guerra' in corso, ma di sicuro il locale dove è partita l'aggressione alla 46enne fa parte dei luoghi che dall'estate 2024 sono stati teatro di un'evidente escalation criminale.
La donna vittima giovedì sera dell'aggressione stava lavorando al Number One, in via Pistoiese, la Chinatown di Prato. E' un night club, lo stesso dove il 6 luglio 2024 c'è stato uno dei più efferati tentati omicidi di questa fase di scontri, quello di Chang Meng Zhang, il quale riuscì a rimanere vivo dopo una spedizione punitiva. Fu poi lui a dare il via, con la sua testimonianza, a più versanti d'indagine che la procura, guidata da Luca Tescaroli, sta seguendo e che riguardano proprio 'la guerra delle grucce', segnata da aggressioni violente, attentati incendiari a ditte - pure all'estero - e, con molta probabilità, anche dal duplice omicidio di Roma del 15 aprile scorso. Al Number One la donna avrebbe conosciuto giovedì sera colui che di lì a poco è divenuto il suo possibile killer. La ricostruzione è stata fatta sulla base del racconto della stessa vittima, prima che perdesse coscienza. L'uomo ha aspettato che uscisse dal locale, a fine turno di lavoro, per poi salire sull'auto mentre lei guidava.
Probabilmente minacciandola si è seduto sui sedili posteriori e ha chiesto di essere portato a Vaiano, fuori città. Dopo 15 minuti le ha chiesto di fermarsi in una via isolata e, dice la procura, "con una guaina stretta attorno al collo con forza, producendo un solco evidente, l'ha costretta a effettuare un pagamento con il wallet del suo cellulare per indurla a trasferire la somma di 10 mila euro". Ma l'operazione di trasferimento del denaro non è riuscita, anche per il transito fortuito di una pattuglia dei carabinieri che ha distolto l'aggressore. Allora l'uomo le ha sparato alla testa all'altezza dell'orecchio, le ha preso il cellulare ed è fuggito. La vittima, soccorsa poco dopo, è riuscita a raccontare quel che era successo prima di perdere i sensi. La procura ha delegato la squadra mobile di indagare per tentato omicidio e rapina.
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