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© ANSA/EPA
David Garrett è uno di quei
personaggi che rendono facili le interviste: è preparatissimo,
dedica a ogni domanda il giusto numero di parole, aggiunge
citazioni, un tocco di empatia. Soprattutto non ha tempo da
perdere, ma non lo dà a vedere: per l'intervista viene concesso
un tempo prestabilito, segno che i suoi colloqui quel giorno
sono tantissimi. Per capire il personaggio è sufficiente citare
la sua risposta alla domanda "quante interviste stai facendo
oggi?: "più di qualcuna". David Christian Bongartz, il suo vero
nome (è tedesco di nascita naturalizzato americano), è ben
consapevole di essere l'iniziatore di un genere: il violinista
prodigio erede di Paganini che si dedica alla rilettura di
classici del rock: a 15 anni aveva un contratto con la Deutsche
Grammophon ed è nel Guinness dei Primati per aver suonato Il
Volo del Calabrone in un minuto e sei secondi. In questi giorni
esce il suo nuovo album Millennium Symphony, in aprile sarà in
Italia per una serie di concerti: il 25 a Roma all'Auditorium
Parco della Musica, il 27 a Padova al Gran Teatro Geox e il 28 a
Milano al Teatro degli Arcimboldi. "Per i miei album è
necessario un grande lavoro di ricerca: si parte dal titolo, poi
è necessario ascoltare tantissima musica, diciamo per il rock un
arco temporale di 20-25 anni, ma è necessario che i brani da
reinterpretare abbiano sostanza, altrimenti tutto diventa un
esercizio di stile - spiega all'ANSA - Si comincia dal violino e
dal pianoforte o dal violino e dalla chitarra e poi devi
aggiungere il tuo Dna personale, il tuo tocco, perché devi
sempre coltivare la tua identità". "In realtà io non ho
inventato un genere - dice - ho attualizzato quello che i grandi
virtuosi del 18/o e 19/o secolo già facevano: Paganini suonava
variazioni e arrangiamenti di canzoni popolari. Quello che fa la
differenza è trovare la tua voce, integrare secondo un tuo stile
riconoscibile il repertorio che stai suonando". David Garrett
assicura che questo che sta per arrivare in Italia "è il tour
più spettacolare che abbia mai prodotto, devi sempre sorprendere
il pubblico". "Ci sono tanti miei imitatori? Per me è un
complimento: Oscar Wilde diceva che l'imitazione è la forma più
sincera di adulazione", conclude.
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