Una gigantografia di Raffaele Pennacchio, il medico malato di
Sla morto dopo un incontro col governo, accompagnata dalla
scritta "Non c'era tempo, non c'è tempo" e tanti cartelli, con
la scritta "assistenza domiciliare indiretta, meno strutture
residenziali sanitarie". E' iniziata così, davanti al ministero
dell'Economia, la protesta dei malati di Sla e di altre malattie
gravissime, organizzata dal Comitato 16 novembre. "Dovremmo
essere ricevuti da Franca Biondelli, sottosegretario al lavoro,
e da Enrico Zanetti, sottosegretario all'Economia" spiega
Mariangela Lamanna, vice presidente del Comitato 16 novembre,
che ribadisce la richiesta dell'istituzione di un tavolo
interministeriale per la redazione di un piano per la non
autosufficienza finalizzato alla domiciliarità indiretta,
dell'erogazione entro maggio del Fondo per la non
autosufficienza, secondo degli accordi che prevedono quota
destinata in particolare ai malati gravissimi, e dell'esclusione
dal calcolo Isee delle provvidenze sociali esenti dall'Irpef
(assegni di cura, accompagnamento, invalidità). In piazza, oltre
a diversi malati e ai loro familiari, anche i fratelli Sandro e
Marco Biviano, che dal 23 luglio scorso hanno dato vita a un
presidio permanente in piazza Montecitorio per la libertà di
cura con il metodo Stamina.
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