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Cedu rigetta ricorso Georgescu su annullamento elezioni Romania

Cedu rigetta ricorso Georgescu su annullamento elezioni Romania

Corte europea diritti umani respinge tutte le rivendicazioni

STRASBURGO, 06 marzo 2025, 12:03

Redazione ANSA

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© ANSA/EPA

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La Corte europea dei diritti umani ha rigettato con una decisione definitiva il ricorso di Calin Georgescu relativo all'annullamento delle elezioni presidenziali in Romania.
    Nel suo ricorso alla Cedu, Georgescu sostiene che l'annullamento dell'intero processo elettorale presidenziale da parte della Corte Costituzionale ha violato il diritto a libere elezioni e si è basato su accuse infondate, oltre a essere stato illegittimo e sproporzionato. Il politico ha inoltre denunciato una violazione del diritto a un equo processo sostenendo che la decisione è stata adottata in modo non trasparente, e quello a un ricorso effettivo perché non ha potuto impugnarla. Infine afferma che la decisione della Corte Costituzionale è il risultato di un'interferenza politica da parte del "partito al potere", in violazione del diritto alla libertà d'espressione e quella di riunione e di associazione.
    La Cedu, che il 21 gennaio aveva già rigettato la richiesta di Georgescu di imporre misure provvisorie alla Romania sulla questione dell'annullamento delle elezioni, ha stabilito che tutte le sue rivendicazioni devono essere rigettate.
    Per quanto concerne il diritto a libere elezioni, i giudici di Strasburgo evidenziano che questo non si applica all'elezione di un Capo di Stato, a meno che non sia stato stabilito, alla luce della struttura costituzionale dello Stato in questione, che quest'ultimo ha poteri tali da poter essere considerato parte del "potere legislativo". Nella fattispecie la costituzione rumena, dice la Cedu, non conferisce questo tipo di potere al Capo dello Stato, e quindi questa parte del ricorso deve essere rigettata.
    Per quanto riguarda il diritto all'equo processo, la Cedu indica che questo punto deve essere rigettato perché concerne diritti e doveri civili e un'accusa penale, e queste due caratteristiche non entrano in gioco in questo caso perché "candidarsi alle elezioni è un diritto politico".
    Infine i giudici sottolineano che Georgescu non ha sollevato alcuna argomentazione di fatto o di diritto a sostegno della tesi di "interferenza politica" nel processo elettorale, e quindi hanno respinto questa parte del ricorso come "manifestamente infondata".
   

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