Il ministro dello Sport Andrea Abodi in Nazionale vorrebbe vedere "i migliori, anche nei comportamenti". Lo spunto del suo intervento é l'inchiesta sulle scommesse. Una presa di posizione che non ha trovato d'accordo il presidente dell'Aic, Umberto Calcagno, ed ancor meno Matteo Renzi che l'ha accusato di volersi sostituire al CT.
"A domanda ho risposto, riferendomi ad un principio - la replica di Abodi - Non intendevo parlare di chi ha già pagato per i propri errori", come Sandro Tonali e Nicolò Fagioli. "Ed aggiungo che ho molto apprezzato il Commissario tecnico Luciano Spalletti per il modo in cui ha gestito la vicenda" conclude. Per personaggi pubblici come Tonali e Fagioli "che agiscono in ambito sportivo - é la posizione di Calcagno - la funzione rieducativa della pena, prevista dall'articolo 27 della Costituzione, deve essere potenziata". Vanno valorizzati come esempi positivi: caduti nell'errore, eppure capaci di rialzarsi e raccontare un percorso virtuoso. Non emarginati, ma fatti conoscere.
"Chi ha saldato i conti con la giustizia sportiva deve fare parte del nostro mondo in maniera completa", sottolinea Calcagno. "Si tolga dalla testa la presunzione di fare anche il CT. Non tocca a lui decidere chi convocare e chi no: questa caccia alle streghe verso Tonali e Fagioli è insopportabile" ha tuonato Renzi. Abodi é stato attaccato anche dai 5S: "Fa la voce grossa contro i calciatori che scommettono, ma intanto si prepara a spalancare di nuovo le porte alla pubblicità selvaggia del gioco d'azzardo in Serie A".
Il problema della ludopatia "riguarda una generazione di giovani, non i calciatori" é l'opinione del presidente Aic. Ed il calcio "non può farcela da solo. Il governo dovrebbe trovare fondi per avviare campagne di sensibilizzazione ad hoc. E bisogna coinvolgere di più i genitori. Perché se non si fa niente prima, dopo i 14-16 anni é già tardi". Calcagno cita i dati più recenti dei Monopoli di Stato. La fascia problematica, quella dei 'malati di gioco', "é scesa ad un'età tra i 18 ed i 25 anni". Spostare l'attenzione dalla "morbosità" dei media e dalle chat di whatsapp "pubblicate illecitamente" agli "esempi positivi" di chi ha sbagliato, ma poi si é adoperato per rimediare, é l'obiettivo dell'Assocalciatori.
"Il presupposto é che questi giovani non hanno commesso illeciti". L'aspetto umano della vicenda sta molto a cuore all'Aic, tanto più coinvolgendo ragazzi spesso minorenni. Per rafforzare la cultura della legalità nel mondo del calcio, oltre all'Integrity Tour voluto dalla Lega di A, "in Serie B e Lega Pro da anni organizziamo giornate che coinvolgono i settori giovanili dei club, insieme ai genitori" ricorda Calcagno. Per insegnare a costruire "l'impegno sociale, nei centri anziani, presso le mense". Un modo per "aiutare questi giovani. Sia che diventino campioni, sia che giochino per divertirsi".
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