Sul volto il Papa ha un lieve sorriso. E' l'ultimo saluto di Francesco al mondo. C'è l'ematoma su un lato del viso, che segna ancora la sofferenza delle ultime ore causata dall'ictus, ma è anche la conferma che il corpo non è stato trattato. L'immagine che resta è però quel sorriso accennato di chi lascia questo mondo con serenità.
Ci sono poi gli attesi segni liturgici previsti per la sepoltura di un Sommo Pontefice: la casula rossa, il pallio, la mitra bianca in testa. Infine quelle mani intrecciate in un rosario dai grani neri, forse proprio uno di quelli che lui stesso regalava alle persone in visita, insieme all'anello d'argento che ha sempre portato fin dai tempi dell'Argentina.
Con questi segni della fede Papa Francesco si presenta, prima dell'ultimo saluto, sabato, ai funerali.
La bara è squadrata, marrone, senza decorazioni. Nella morte come nella vita, tutto è nell'assoluta semplicità. Così come la stanza d'albergo era diventato il suo appartamento oggi la sua ultima 'casa' e una bara di legno come quella di una persona qualunque.
I paramenti rossi, previsti dalla tradizione, sembrano, a colpo d'occhio, fin troppo regali per un Papa che aveva, fin da subito, rimosso tutti gli orpelli, anche nell'abbigliamento papale e nelle vesti liturgiche. Ma si tratta comunque, in uno stile davvero 'francescano', di vesti già usate e non confezionate per l'occasione.
"Francesco - rivela infatti lo stilista Filippo Sorcinelli - giace, secondo quanto stabilito da lui, così come ha vissuto, ossia in semplicità pur rispettando le regole antiche vaticane. La casula rossa, che non abbiamo realizzato noi, è di repertorio ed è stata regolarmente in uso anche alla sacrestia. La mitra fatta dal nostro laboratorio è anch'essa usata".
Francesco da ieri sera, ovvero dal rito della constatazione della morte, è nella bara, aperta per l'omaggio dei collaboratori prima e da domani di tutti i fedeli che vorranno.
Niente catafalco, su sua indicazione, perché, come aveva detto, voleva essere sepolto decorosamente, da "cristiano", ma non come un re.
La cappella è al piano terra della Domus Santa Marta. Sullo sfondo piantonano due guardie svizzere che impugnano le alabarde. Una delle due è nera a riprova della 'pluralità' che ormai caratterizza la società elvetica, e di riflesso anche la guardia pontificia: un aspetto che di certo non dispiacerebbe a Papa Francesco. Oggi è la giornata dei collaboratori e dei dipendenti vaticani. L'atmosfera è molto composta, qualcuno si commuove. Da domani a salutare Papa Bergoglio sarà il suo popolo.
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