Il tema del fine vita arriverà a breve sul tavolo della Conferenza Stato-Regioni per "cercare di trovare un comportamento che sia comune a tutte".
Ad annunciarlo il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana che spiega di aver parlato ieri con il coordinatore Massimiliano Fedriga: "Mi ha detto che alla prossima riunione, non la settimana ventura ma quella successiva, lo metterà nell'ordine del giorno". Fedriga precisa poi: "Ne discuterà la Commissione, è un tema molto delicato che coglie la sensibilità e la formazione di ognuno. Le Regioni diranno la loro ma non penso prenderemo una posizione 'si o no', ovviamente". Si tenterà, piuttosto, di "capire all'interno del quadro legislativo, a seguito della sentenza, come muoverci in modo coordinato".
Lo scatto in avanti verso la Conferenza Stato-Regioni arriva proprio nel giorno in cui il collegio di garanzia statutaria della Regione Toscana ha deciso all'unanimità che le legge sul fine vita approvata dall'Assemblea toscana il 12 febbraio scorso "non presenta le violazioni statutarie" e quindi "è conforme allo Statuto". Di fatto la decisione sblocca l'entrata in vigore della norma, la prima in Italia a regolare tempi e modalità per l'accesso al fine vita sulla base di una proposta di legge di iniziativa popolare promossa dall'associazione Luca Coscioni. Dopo la sua approvazione, il 15 febbraio scorso, FI, FdI e Lega in Regione avevano presentato ricorso al collegio di garanzia chiedendo di valutare se la norma, "in assenza di una legge statale che assicuri la necessaria uniformità", risultasse "conforme allo Statuto della Regione Toscana con il riparto di competenze legislative previsto in Costituzione".
Un ricorso che aveva 'congelato' l'entrata in vigore. Dopo la decisione odierna la norma è passata alla firma del presidente della Giunta Eugenio Giani per la promulgazione. Lo stesso Giani si è detto "contento" della decisione del collegio, di cui "ero sicuro". Soddisfatto anche il presidente del Consiglio toscano, Antonio Mazzeo, che ha sottolineato come "ora le Aziende sanitarie locali potranno procedere alla costituzione delle commissioni previste dalla legge, così da garantire un percorso chiaro e rispettoso per chi ne ha diritto".
Per Filomena Gallo e Marco Cappato, rispettivamente segretaria e tesoriere dell'associazione Luca Coscioni, la decisione del collegio "dovrebbe essere da stimolo per tutte le altre Regioni nel riprendere al più presto l'iter di discussione della proposta". All'opposto, il centrodestra toscano promotore del ricorso ribadisce ancora una volta "l'illegittimità costituzionale" della legge toscana "e anche oggi, dopo la pronuncia del collegio di garanzia, continuiamo a sostenere la nostra tesi". Per FI, FdI e Lega "il punto non è la conformità allo statuto" della Toscana "ma la conformità alla Costituzione". "Il collegio - spiegano - non si è espresso sull'illegittimità costituzionale perché non poteva farlo: prendiamo spunto per cambiare la legge istitutiva del collegio ed ampliarne i poteri, così come già avviene in molte altre Regioni italiane".
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