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Fine vita: Bertolaso, abbiamo il dovere di dare risposte

Fine vita: Bertolaso, abbiamo il dovere di dare risposte

'Seguita strada giusta in riservatezza come voleva la famiglia'

MILANO, 17 febbraio 2025, 16:58

Redazione ANSA

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Sul fine vita "noi dobbiamo dare una risposta. C'è stata una sentenza della Corte Costituzionale che ha a tutti gli effetti il valore di legge" e quindi "chi ha la responsabilità di organizzare questo genere di procedure, ha il dovere di portarle avanti nel modo migliore e più prudente e attento possibile". Così l'assessore della Regione Lombardia al Welfare Guido Bertolaso.
    "Abbiamo seguito davvero la strada giusta e corretta, lo abbiamo fatto nella più assoluta riservatezza perché questo è quello che ci aveva chiesto la famiglia" ha aggiunto in relazione al primo caso di suicidio assistito in Lombardia.
    "Sono cinquant'anni che lavoro solo e a esclusivo beneficio e interesse della comunità e dei cittadini. Certe situazioni che ho trovato di fronte nella mia vita mi hanno portare a prendere decisioni che in alcuni casi non sono quelle che la politica si aspetta" ha proseguito Bertolaso parlando delle polemiche politiche sulla vicenda, specie quelle di FdI. "Da questo punto di vista - ha spiegato Bertolaso - la mia linea di condotta è sempre stata identica. Ci sono differenze di vedute, opinioni diverse che si rispettano ma a un certo punto qualcuno deve cominciare a decidere cosa fare di fronte alle richieste legittime di persone che in questo caso chiedono di poter porre fine alla propria vita, che è diventata una vita assolutamente insostenibile e inaccettabile sotto tutti i profili".
    La morte in Lombardia della 50enne affetta da sclerosi multipla progressiva è avvenuta "a casa di questa persona senza l'intervento di un medico del servizio sanitario pubblico, ma di un medico di fiducia scelto dalla persona che aveva fatto questa richiesta. Pienamente nell'alveo delle determinazioni fatte dalla Corte Costituzionale. Siamo stati talmente riservati - ha sottolineato Bertolaso - che questo fatto è avvenuto alla metà di gennaio ed è uscito solo pochi giorni fa. Dopo aver sentito la famiglia abbiamo dato le indicazioni, nel momento in cui è uscita la notizia, su quello che è il percorso che abbiamo intrapreso".
    Sono stati coinvolti Asst, medici, giuristi, professionisti, personale amministrativo di Palazzo Lombardia "e non è uscita una sola parola su questa vicenda perché quando vogliamo fare le cose in modo serio e concreto lo sappiamo fare. Non abbiamo voluto prevaricare nessuno".
   

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