Un'Italia percepita più corrotta, come mai negli ultimi 13 anni, e che dal 42esimo posto scivola al 52esimo su 180 nella classifica globale dell'Indice di percezione della Corruzione (Cpi) di Transparency International. Diciannovesima, invece, tra i 27 Paesi membri dell'Unione Europea.
È la fotografia del mondo e dell'Europa che emerge nell'edizione 2024, appena pubblicata, in cui si nota "un brusco salto indietro" dell'Italia "estremamente preoccupante", a voler usare le parole del presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione, Giuseppe Busia, intervenuto in merito alla classifica.
L'Italia raggiunge, quindi, un punteggio di 54 - in una scala che va da 0 (alto livello di corruzione percepita) a 100 (basso livello) - due punti in meno rispetto allo scorso anno che fanno segnare la prima inversione di tendenza dal 2012, il primo calo dopo una crescita durata tredici anni con +14 punti. Per Transparency International "le più recenti riforme ed alcune questioni irrisolte stanno indebolendo i progressi nel contrasto alla corruzione". Un risultato che secondo Busia "incide negativamente sulla fiducia dei cittadini, quanto mai preziosa in questo delicato momento storico, oltre a ridurre l'attrattività del nostro Paese agli occhi degli investitori esteri, con conseguente perdita di occasioni di crescita e sviluppo".
A pesare sul ritorno indietro dell'Italia in tema di corruzione, osserva il presidente dell'Anac, sono "alcune scelte recenti". Tra queste elenca: l'abrogazione del reato di abuso d'ufficio, l'innalzamento delle soglie per gli affidamenti diretti di servizi e forniture fino a 140mila euro, il "mancato impegno rispetto rispetto a interventi normativi che a livello internazionale ci sollecitano da molti anni". L'Indice di percezione della corruzione assegna il punteggio ai Paesi in base alla percezione della corruzione nel settore pubblico, utilizzando dati provenienti da 13 fonti esterne. Dall'ultima edizione emerge "un'Europa occidentale in cui, pur rimanendo la regione con il punteggio medio più alto (64), gli sforzi per combattere la corruzione sono fermi o in diminuzione".
Mentre, a livello mondiale, è la Danimarca il Paese in cui si percepisce meno la corruzione secondo l'indice: si posiziona al primo posto con 90 come punteggio. Mentre chiude la classifica del Cpi il Sud Sudan con 8.
"Prevenzione, regolamentazione e cooperazione sono le parole chiave per un'Europa e un'Italia che mettono al primo posto la lotta alla corruzione a tutti i livelli, a partire da quello culturale", è il commento del presidente Transparency International Italia, Michele Calleri, che evidenzia come in Europa, la direttiva anticorruzione sia "un'opportunità che non dobbiamo lasciarci sfuggire per migliorare gli standard anticorruzione dell'intera regione, delle Istituzioni europee e di ogni Stato membro".
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