La lezione della Shoah, "evento
del tutto distinto dal 7 ottobre ma con atroci simili
motivazioni di fondo, deve anche servire a illuminare la luce
della speranza di una pace nella regione". Lo ha detto
l'ambasciatore italiano in Israele Sergio Barbanti nella
cerimonia allo Yad Vashem di Gerusalemme in occasione del
'Giorno della Memoria'. L'iniziativa è stata organizzata dalla
stessa Ambasciata e dall'Istituto Italiano di Cultura di Tel
Aviv e ha visto la presenza " di tutto il personale delle
Istituzioni italiane in Israele e di numerosi esponenti della
Comunità italiana in Israele.
Barbanti ha sottolineato che la Shoah è stato il più
abominevole dei crimini, per gravità e per dimensione, commesso
a metà dello scorso secolo nel cuore dell'Europa. Poi - secondo
una nota dell'ambasciata - ha definito l'antisemitismo un "fiume
carsico" che non smette di scorrere anche quando non è visibile.
Barbanti ha quindi richiamato le recenti parole del Presidente
Mattarella sul fatto che 'la ruota della storia sembra talvolta
smarrire la sua strada, portando l'umanità indietro, a tempi e
stagioni che mai avremmo pensato di dover rivivere' e quelle del
ministro degli esteri Antonio Tajani che proprio lo scorso 25
gennaio a Yad Vashem ha ricordato che 'siamo tutti ebrei'.
Alla cerimonia presso la Tenda della Rimembranza dove arde la
fiaccola perenne in memoria dei 6 milioni ebrei uccisi dai
nazisti e dai loro complici, è seguito un dialogo tra Iael Nidam
Orvieto, Direttrice dell'Istituto Internazionale per la Ricerca
sulla Shoah dello Yad Vashem, e Simonetta Della Seta, Presidente
del Gruppo di lavoro Memoriali e Musei dell'IHRA - International
Holocaust Remembrance Alliance. "La memoria - ha ammonito Della
Seta - non è retorica. La memoria è azione, documentazione e
rispetto della verità storica. Non solo per i morti, ma anche
per i vivi".
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