Un'ora e mezza di musica
sfrenata, gioiosa ma anche intima, davanti a un pubblico di
italiani d'Argentina che l'ha accolta con applausi e affetto. E'
stato questo la notte scorsa l'esordio in America Latina della
cantante pop siciliana Claudia Lagona, universalmente nota come
Levante, invitata dal consolato generale d'Italia a Buenos Aires
per i tradizionali saluti di fine d'anno ai connazionali.
Lo show ha offerto a Levante l'occasione per presentare live
nell'italianissimo Teatro Coliseo della capitale argentina
l'ultimo suo album, 'Opera futura', lanciato nei mesi scorsi con
un tour musicale nella Penisola conclusosi a fine settembre
nello scenario di una Arena di Verona gremita di fan.
Da 'Alfonso', il singolo che l'ha fatta conoscere a tutti
dieci anni fa a 'Non me ne frega niente', da 'Gesù Cristo sono
io' a 'Pezzo di me', fino a 'Lo stretto necessario' (con un
testo di Carmen Consoli), Levante ha cantato, ballato duettato
con i membri della sua band, non nascondendo l'emozione, ha
rivelato commossa, "per essere nella città di un mio carissimo
zio argentino che ho perso due anni fa".
Come sempre, anche questo concerto di fine d'anno è stato
preceduto da un evento istituzionale durante il quale il console
generale di Buenos Aires, Carmelo Barbera, e l'ambasciatore
d'Italia in Argentina, Fabrizio Lucentini, hanno consegnato i
riconoscimenti dell'Ordine della Stella d'Italia a cinque
italiani e italo-argentini: Maria Florencia Carignano, Claudio
Farabola, Marcelo Longobardi, Paolo Alliata di Montereale e Vito
Pietro Saraniti.
Prima della cerimonia, Barbera ha offerto un bilancio
dell'intensa attività svolta nel 2023 dal consolato generale,
riguardante un bacino provinciale di oltre 500.000 utenti, con
la concessione fra l'altro di 40.500 passaporti, 14.500 titoli
di cittadinanza e l'assistenza a 200 connazionali in difficoltà.
L'attività consolare ha riguardato inoltre una maggiore
attenzione ai giovani e alle donne con lo svolgimento della
MaraTana podistica, la 3/a edizione del Corso universitario di
gestione delle istituzioni italiane in Argentina, dove i diplomi
sono andati per il 75% a ragazze, e il progetto Fenix per
l'occupazione di giovani italo-argentini.
Intervenendo a sua volta, l'ambasciatore Lucentini ha
tracciato un bilancio generale del 2023 che, ha ammesso, "non è
stato migliore degli anni precedenti". Ma, inviando un segnale
di ottimismo, ha citato una riflessione del presidente della
Repubblica, Sergio Mattarella, secondo cui "il futuro non può
essere questo!".
Un impegno e un percorso, ha poi sottolineato, che "qui
possiamo fare insieme fra italiani e argentini che hanno
recuperato la democrazia riconquistata 40 anni fa, su tre assi
di azione: ambiente, trasformazione digitale e educazione".
ln fine l'ambasciatore ha voluto ringraziare tutti coloro che
hanno accompagnato il tentativo di Roma di essere sede dell'Expo
2030. "Ovvio che l'obiettivo era vincere, e non l'abbiamo
ottenuto - ha concluso - ma è stato importante essere scesi in
campo e aver lottato per i valori profondi e assoluti di cui la
proposta della capitale italiana era portatrice".
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