In occasione del Design Day, l'Istituto Italiano di Cultura di Delhi ha organizzato l' incontro "Semi per il nuovo design: le sfide di oggi per un futuro sostenibile e una società più giusta".
La tavola rotonda
è stata introdotta dal direttore Andrea Anastasio, che ha
sottolineato come i relatori siano sati scelti per le loro
diverse ma convergenti esperienze, tutte ispirate al design
inteso come strumento di intervento nel sociale.
Domitilla Dardi ha raccontato la nascita di Edit Napoli,
multiforme realtà che ha dato vita nella capitale partenopea a
una fiera, all'edizione su piccola scala di pezzi di design e
ad una partnership con la scuola di porcellana di Capodimonte;
Stefano Funari ha descritto il viaggio delle sari, e delle altre
stoffe di recupero, che, attraverso la sua Ong "I was a sari", e
grazie al lavoro di centinaia di donne del più grande slum di
Mumbai, riacquistano nuova vita, trasformati in capi di
abbigliamento e accessori; Otsna Lall, responsabile del progetto
Insha-e-Noor della Aga Khan Foundation, ha riassunto le
trasformazioni in corso al Nizamuddin Basti di Delhi, un
quartiere tra i più critici della metropoli indiana, dove gli
abitanti, in prima fila donne, sono coinvolti e protagonisti
nella definizione e realizzazione degli interventi; l'architetto
Amit Gupta, fondatore di Stir World, ha sintetizzato le molte
facce dell'iniziativa, che spazia da una impresa editoriale, ad
una galleria, ad una piattaforma di riflessione e incontro;
Biraj Patnaik della National Foundation for India ha infine
riacceso il focus sui cambiamenti climatici e sulle abissali
disuguaglianze sociali ed economiche come basi di ogni
riflessione progettuale.
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