"L'italiano è l'architrave di questa
casa che stiamo costruendo e fortificando, perché la conoscenza
della lingua è lo strumento più importante per conoscere e
apprezzare una cultura e la società che la esprime". Queste le
parole dette all'ANSA da Filippo La Rosa, Direttore Centrale per
la promozione della cultura e della lingua italiana, in
occasione degli Stati generali della diplomazia culturale in
corso a Firenze.
Per questo motivo, bisogna "lavorare tanto per aumentare gli
italofoni in giro per il mondo, perché da un numero maggiore di
italofoni avremo un numero maggiore di italofili". In questo
rientra la necessità di "aumentare il numero delle persone che
si iscrivono nei corsi degli istituti italiani di cultura" e la
"presenza nelle università straniere, le cattedre di italiano, i
dipartimenti di italianistica".
Un obiettivo ambizioso, che per La Rosa "presuppone
un'organizzazione, una strategia di lavoro, e anche qualche
risorsa. Ma dobbiamo avere chiaro che la lingua è uno strumento
fondamentale di questa attività di promozione all'estero, perché
senza la lingua, e lo vediamo nei Paesi in cui la distanza
linguistica è maggiore rispetto ai Paesi con una lingua
neolatina, l'importanza e la profondità del discorso che
vogliamo fare è compresa con maggiore difficoltà".
Per fare questo bisogna "mettere a sistema quello che abbiamo
già"
ed è importante "capire che si guarda l'italiano sì come lingua
culturale, la lingua di Dante, ma anche per sbocchi
professionali, si guarda l'italiano perché in alcuni casi
l'italiano è lingua veicolare".
"Oggi come è successo negli anni sessanta con il neorealismo
cinematografico, si suona il campanello dell'Istituto perché -
me lo raccontava la direttrice dell'Istituto di Londra - si
vuole studiare la lingua di Damiano dei Maneskin", ha aggiunto
La Rosa.
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