"Non so come ho fatto a scrivere
per nove mesi di seguito, perché io non ci credevo". E' partita
"dopo un'estate non felice" la carriera di scrittore di Gianrico
Carofiglio, che nell'ottobre 2000 decise di recuperare un
vecchio sogno nel cassetto, finendo poi per affermarsi come uno
dei maestri del genere del 'legal thriller' in Italia. Con oltre
20 romanzi pubblicati alle spalle, e a pochi giorni dall'uscita
in versione spagnola del suo libro 'Rancore' (Duomo Ediciones),
l'ex pm e senatore pugliese si è prestato a un lungo incontro i
lettori presso l'Istituto italiano di cultura (Iic) di Madrid:
l'occasione giusta anche per chiudere gli eventi legati alla
XIII Settimana della lingua italiana nel mondo.
Di fronte a un centinaio di persone, Carofiglio ha conversato
con la direttrice dell'Iic, Marialuisa Pappalardo, svariando su
diversi argomenti. "Per scrivere romanzi sul mondo giudiziario,
bisogna sapere come funziona", ha detto ad esempio su quali sono
gli ingredienti necessari per un buon libro investigativo, "ci
sono autori, anche di talento, che non sanno come funziona e
così uccidono il gusto del lettore".
Lo scrittore si è anche soffermato su alcuni dei suoi
personaggi principali, come Guido Guerrieri, un avvocato
difensore. "Ho cercato il punto di vista opposto a quello della
mia vita di tutti i giorni come magistrato", ha spiegato, "penso
così di aver reso il personaggio molto più vivo". Con la sua
ultima creatura, l'investigatrice privata Penelope Spada
(protagonista in 'Rancore'), Carofiglio si è invece cimentato in
un cambio di prospettiva. Penelope, infatti, "parla in prima
persona", un fattore che porta a "un gioco di rimbalzo"
diventato via via "vertiginoso" tra "narratore maschio e
protagonista donna".
Fra piccole chicche - "di solito trovo i nomi dei personaggi
sull'elenco del telefono" - e riflessioni sul ruolo di "realtà e
finzione" nella letteratura, l'autore ha anche risposto a una
domanda dal pubblico sulla sua esperienza come ex senatore del
Pd. "È stata molto interessante e direi divertente", ha detto,
sostenendo però di aver constatato che in Italia il Parlamento è
diventato "un'istituzione purtroppo molto svuotata di
significato".
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