"Alla fine dell'anno appena trascorso
gli iscritti attivi" al Fondo nazionale di previdenza
integrativa per i lavoratori dei giornali quotidiani "Fiorenzo
Casella" sono "1.700 e i pensionati 11.500", inoltre figurano
"3.500 silenti e 3.000 differiti" (associati a fondi
preesistenti, che hanno perso i requisiti di partecipazione, ma
hanno maturato il requisito di anzianità previsto per la
prestazione pensionistica, ndr), fenomeno, questo, "da
ricondurre agli effetti della crisi che sta attraversando il
settore" dell'editoria e, "in maniera più marginale, ;alla
fuoriuscita da parte di alcune aziende dal perimetro del
contratto poligrafico, pur continuando a svolgere attività
analoghe".
A renderlo noto è la presidente facente funzioni della Covip
(Commissione di vigilanza sui fondi pensione) Francesca Balzani,
ascoltata stamani nella Bicamerale sulle gestioni previdenziali,
in merito alle sorti della forma pensionistica della platea
degli addetti al fondo che, "per il 65% appartengono alla
categoria professionale degli impiegati, e per il 35% a quella
degli operai".
Nella memoria consegnata in mattinata ai parlamentari si
legge che "l'importo di pensione integrativo medio, al netto
delle imposte e, a seguito dei tagli, pari a 320 euro l'anno" e,
"considerando unicamente le pensioni dirette, l'importo è di 380
euro l'anno". Invece, si legge, "per quanto riguarda la
situazione patrimoniale del Fondo Casella, le risorse gestite
alla fine del 2024 ammontano a circa 83 milioni di euro".
E, "alla luce della situazione descritta", le parti istitutive
del Fondo, "in rappresentanza della parte datoriale e dei
lavoratori dipendenti, hanno deciso di stipulare un accordo al
fine di dare continuità al percorso previdenziale per gli
iscritti attivi, prevedendo il trasferimento ad una forma
pensionistica di natura negoziale già istituita", ossia verso il
Fondo Byblos, il Fondo pensione complementare per i lavoratori
dipendenti delle aziende grafiche, editoriali, della carta e del
cartone, cartotecniche, trasformatrici e per i lavoratori delle
imprese del cinema e dello spettacolo.
;Balzani, infine, in merito alla transizione "in fieri" nel
Fondo Byblos, evidenzia che questo "conta 33.500 soggetti per un
ammontare complessivo di un miliardo di euro".
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