"La relazione della segretaria è
stata molto estesa e su tante cose io concordo. Sull'Ucraina c'è
stato un passaggio, importante, che non ho condiviso. È stato
quel 'noi non siamo con il finto pacifismo di Trump' — e fin qui
ci siamo — 'né con l'Europa che vuole continuare la guerra'.
Fino a prova contraria è la Russia che sta continuando la
guerra. L'Europa non ha mai voluto la guerra". Lo ha detto
l'eurodeputato del Pd Giorgio Gori, commentando in un'intervista
al Corriere della Sera la relazione della segretaria dem Elly
Schlein alla direzione del partito.
Sul fatto che, come sostiene Schlein, l'Europa non abbia
fatto abbastanza per la pace "non sono d'accordo - afferma Gori
- Detto che la posizione dell'Europa dipende da quella degli
Stati membri, e che in assenza di unanimità non c'è posizione
dell'Europa, i leader europei hanno ripetutamente cercato un
dialogo con Putin. Ma Putin non aveva nessuna intenzione di fare
la pace. Oggi sembra aprire a Trump, mentre ancora bombarda,
solo perché Trump sembra avere deciso di sposare tutte le sue
richieste, a partire da quella di ridurre l'Ucraina a una specie
di Stato fantoccio demilitarizzato e indifeso".
Altro tema di disaccordo è quello del referendum sul Jobs
Act: "Il referendum rischia di farci fare un salto nel passato",
sostiene Gori, secondo cui "la verità è che l'iniziativa della
Cgil di Landini è tutta politica. E il Pd decide di sposarla per
le ragioni che Orlando ha spiegato in Direzione". Per
l'esponente dem "la ragione è il 'riposizionamento' del Pd, che
verrebbe compromesso se non si sostenesse l'iniziativa della
Cgil".
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