"L'incertezza sull'applicazione
delle nuove regole sul regime forfettario" è, per l'Istituto
nazionale tributaristi (Int), l'occasione per "ribadire due capi
saldi di una riforma fiscale equa e migliorativa: il rispetto
del contribuente e la stabilità normativa. Due punti
fondamentali di cui il Legislatore pare non abbia tenuto conto
nell'emanare le norme restrittive al regime fiscale
forfettario". Lo si legge in una nota dell'organizzazione di
professionisti fiscali. Il presidente dell'Int Riccardo Alemanno
ricorda: "Tra le nostre proposte di emendamenti c'era anche
l'innalzamento del limite del tetto per i redditi da lavoro
dipendente e pensione percepiti dal contribuente in regime
forfettario, poiché se può essere compresa la scelta di non dare
agevolazioni con regimi di favore a chi percepisce pensioni o
stipendi d'oro, ritenevamo e riteniamo che non possano essere
definiti tali i compensi da 30.000 euro (lordi), purtroppo in
questo caso la ragion di cassa ha prevalso, ancora una volta,
sulla centralità del contribuente e sulla stabilità normativa.
Per questo, laddove non si vogliano innalzare i limiti suddetti,
almeno si rinvii al 2021 l'entrata in vigore delle modifiche
introdotte con la Legge di Bilancio (approvata a ridosso del
Natale), rispettando così anche quanto normato dallo Statuto del
Contribuente e dando ad imprese e professionisti la possibilità
di fare scelte più ponderate circa il futuro della loro
attività", sottolinea, evidenziando come le proposte dei
tributaristi sono state, tra l'altro, inoltrate al
sottosegretario all'Economia Alessio Villarosa.
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