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Ritorna a Roma l'evento che Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri in Italia (Unrae) e Luiss Business School dedicano al tema 'Nuovi scenari automotive e futuro della mobilità'.
In particolare Andrea Cardinali, direttore generale Unrae ha presentato il rapporto 'Analisi del mercato 2023 e le prospettive 2024' con le relative proposte indirizzate ai decision maker, mentre Michele Crisci, presidente Unrae interverrà sul tema con il significativo titolo 'Il Futuro della im-mobilità'.
A seguire Fabio Orecchini, direttore scientifico dell'Osservatorio Luiss Business School e Università Guglielmo Marconi ha reso nota nota la ricerca di grande attualità 'L'auto cinese in Europa e in Italia: conoscere per decidere'. Il meeting si svolgerà nella sala Carlo Azeglio Ciampi della prestigiosa Villa Blanc - Luiss Business School - in via Nomentana 216 a Roma. Oltre ai relatori parteciperanno all'evento Matteo Caroli, associate dean for sustainability and impact e responsabile Osservatori Luiss Business School, e manager rappresentanti delle Case del settore auto e veicoli industriali che fanno parte
dell' Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri.
Suddiviso in due sessioni, fra le 11.00 e le 13.20 e tra le 14.30 e le 15.30, l'evento 'Nuovi scenari automotive e futuro della mobilità' potrà essere seguito in streaming con libero accesso attraverso i siti https://unrae.it/ e https://www.ansa.it/. Interviste e approfondimenti saranno invece pubblicati su https://www.ansa.it/motori.
Il mercato italiano dell'auto - nonostante undici mesi di crescita a doppia cifra - non è riuscito a colmare la perdita di volume generata dalle crisi di mercato e di produzione succedute al Covid: a novembre è ancora sotto di 321.000 unità rispetto al 2019 (-18,1%). Le previsioni per i prossimi anni sono pessimistiche: fino al 2027, quando si stimano 1,8 milioni di immatricolazioni, il mercato sarà ancora inferiore agli oltre 1,9 milioni registrati nel 2019. Le cifre elaborate dall'Unrae - illustrate nella conferenza stampa di presentazione dell'Osservatorio sulla mobilità - sono indicative dello stato poco incoraggiante del settore automotive in Italia.
"Si parla di transizione sostenibile economicamente in toni catastrofici, ma in realtà non è una minaccia bensì una opportunità di crescita per l'industry e tutto l'indotto", sottolinea il presidente dell'Unrae, Michele Crisci. "La transizione - spiega - significa anche creare nuovi posti o riconvertire quelli esistenti, attrarre investitori esteri e nuovi impianti produttivi. Va bene discutere, ma non per restare immobili o per difendere tecnologie che saranno presto obsolete, altrimenti il rischio è di restare legati al futuro dell'immobilità, quando invece il futuro della mobilità è ricco di opportunità. Il 2035 è stato ingiustificatamente demonizzato, ma è sufficientemente lontano per pianificare con efficacia lo sviluppo e la riconversione dell'automotive in Italia, verso le nuove tecnologie motoristiche e di sistemi software per la nuova mobilità". Crisci ricorda che sono 1,25 milioni gli addetti del settore che produce ancora un fatturato pari al 20% del Pil e un gettito fiscale di 76,5 miliardi di euro e che il 64,5% del fatturato dell'industria componentistica italiana proviene da vendite a costruttori stranieri associati all'Unrae.
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