Accelerare la crescita sostenibile
delle imprese del territorio. E' questo l'obiettivo del
Laboratorio ESG (Environmental Social Governance) di Napoli e
Palermo, realizzato da Intesa Sanpaolo, Srm - Studi e Ricerche
per il Mezzogiorno e Fondazione con il Sud. L'iniziativa,
presentata oggi nell'Innovation Hub della Banca che ha sede nel
polo universitario della Federico II a San Giovanni a Teduccio,
punta a favorire gli investimenti orientati ai processi di
transizione ambientale, digitale e di governance grazie a un
plafond dedicato di 500 milioni di euro destinato alle aziende
napoletane e palermitane e, in generale, del perimetro della
Direzione Regionale Campania, Calabria e Sicilia di Intesa
Sanpaolo. Il progetto, declinato in tutto il territorio
nazionale, rientra nel più ampio piano del Gruppo per garantire
supporto agli investimenti legati al PNRR.
Nell'evento odierno, introdotto da Federica Tortora, Specialista
Innovazione di Intesa Sanpaolo, sono state approfondite le
opportunità legate agli obiettivi dell'economia circolare e le
aree di intervento strutturale per consolidare il
posizionamento competitivo delle PMI. E' stato anche annunciato
che la sede palermitana del Laboratorio ESG sarà ospitata nella
filiale di Via Cusmano 56. Durante i lavori, Giuseppe Nargi,
Direttore Regionale Campania, Calabria e Sicilia di Intesa
Sanpaolo, ha illustrato le peculiarità del Laboratorio ESG,
sottolineando l'importanza di accompagnare le imprese verso
modelli di business sostenibili. Carlo Borgomeo, Presidente
Fondazione con il Sud, e Massimo Deandreis, Direttore Generale
Srm, si sono invece concentrati sulle leve strategiche
dell'economia meridionale. Mentre nella tavola rotonda
conclusiva, Massimiano Tellini, Responsabile Circular Economy
Intesa Sanpaolo Innovation Center, si è confrontato con i
vertici aziendali di due eccellenze imprenditoriali campane:
Salvatore Amitrano, CFO Gruppo Tecno, e Antonio Maria Zinno,
Amministratore Delegato Gruppo Mare. L'iniziativa è nata in
collaborazione con Intesa Sanpaolo Innovation Center, società
del Gruppo che esplora scenari e tendenze future, sviluppa
progetti di ricerca applicata, supporta startup ad alto
potenziale e accelera la trasformazione delle imprese secondo i
criteri dell'open innovation e dell'economia circolare. Il
Laboratorio ESG di Intesa Sanpaolo offre consulenza,
informazioni, assessment e identificazione delle azioni per
supportare l'intero percorso che le PMI devono intraprendere
grazie a partner di eccellenza, in particolare: - Circularity,
la prima piattaforma di simbiosi industriale dedicata
all'economia circolare in Italia che può supportare le imprese
a integrare i principi di sostenibilità e di economia circolare
all'interno del proprio business. - Nativa, la prima B Corp e
società benefit in Europa che incorpora il «purpose» nel DNA
delle organizzazioni per migliorarne i risultati di business e
creare una prosperità durevole e condivisa. - CE LAB, che nasce
dalla partnership tra Innovation Center di Intesa Sanpaolo e
Cariplo Factory per contribuire all'evoluzione del sistema
economico italiano e diffondere nuovi modelli di creazione del
valore nell'interesse collettivo, accelerando la transizione
verso modelli di economia circolare.
Giuseppe Nargi, Direttore Regionale Campania, Calabria e Sicilia
di Intesa Sanpaolo: "Le iniziative della nostra Banca in tema
di sostenibilità, contenimento del cambiamento climatico e
responsabilità sociale delle piccole e medie imprese sono
numerose e declinate sulle peculiarità delle diverse esigenze
dei territori, proprio come il Laboratorio ESG di Napoli e
Palermo. Con un plafond di 500 milioni di euro per i processi
di transizione e i progetti di economia circolare vogliamo
aiutare le aziende meridionali a sfruttare le opportunità del
PNRR e rilanciare il tessuto produttivo locale". Carlo Borgomeo,
Presidente Fondazione con il Sud: "È una sperimentazione
interessante, che può favorire la crescita sostenibile dei
territori del nostro Sud. Soprattutto in contesti in cui è
presente anche un investimento nella coesione sociale può
rappresentare una valida opportunità". Gli investimenti delle
imprese meridionali: i risultati della Survey 2022 - A cura di
Srm Per il secondo anno consecutivo Srm ha realizzato il lavoro
"Osservatorio Ripresa e Resilienza nel Mezzogiorno: sfide e
opportunità per le imprese manifatturiere", non ancora
pubblicato e del quale si fornisce un estratto in anteprima.
Come per l'edizione 2021, si tratta di un'indagine rivolta alle
imprese manifatturiere più strutturate (oltre i 10 dipendenti)
con l'obiettivo di cogliere gli umori e i segnali di cambiamento
del sistema produttivo verso un modello di sviluppo coerente
con i nuovi indirizzi internazionali di politica economica. Una
specifica sezione del lavoro riguarda il ruolo e l'impegno delle
imprese in termini di investimenti, tanto già attuati negli
ultimi anni quanto previsti per il prossimo triennio.
Dall'indagine emerge, in primis, che è in crescita la quota di
imprese investitrici: nel Mezzogiorno si passa dal 34%
registrato nel 2021 all'attuale 49%. In Italia dal 36% al 41%.
Nel corso dell'anno emerge poi che il 44,8% delle imprese
investitrici del Mezzogiorno ha effettuato investimenti di tipo
"innovativo". E tra i diversi ambiti innovativi d'investimento,
oltre il 37% di queste aziende ha privilegiato quello della
digitalizzazione (dato in crescita rispetto allo scorso anno).
In Campania le imprese che investono in innovazione sono il
43,3% di quelle investitrici (poco meno della media
meridionale); in Sicilia il 44,9%, quindi poco di più della
media meridionale. Nell'ambito dei cosiddetti investimenti in
innovazione sostenibile, le imprese meridionali intenzionate a
investire risorse superiori al 15% del fatturato sono pari al
35% (dato superiore alla media nazionale pari al 25%).
Per quanto riguarda lo spaccato regionale emerge come: - in
Campania la quota di imprese fortemente investitrici (oltre il
20% del fatturato) è pari al 59% del campione. Si conferma una
marcata tendenza a investire in innovazione e in particolare
nella digitalizzazione dei processi produttivi; infatti, oltre
il 40% degli investimenti innovativi è dedicato al digitale.
Inoltre, oltre un terzo delle imprese intervistate prevede di
incrementare di almeno il 15% i propri investimenti sia in
digitale che in sostenibilità e ricerca - in Sicilia la quota di
imprese fortemente investitrici è molto significativa, pari al
65% del campione. Circa il 45% delle imprese investitrici
realizza investimenti di tipo "innovativo". In particolare,
vengono privilegiati investimenti in ricerca (35% del totale) e
quelli dedicati al digitale (34,8%). Le previsioni per il
prossimo triennio indicano che il 44% delle imprese è
intenzionato a incrementare i propri investimenti in digitale di
almeno il 15%. Allo stesso tempo il 39% delle imprese dichiara
analoga intenzione per gli investimenti in sostenibilità
Riproduzione riservata © Copyright ANSA