Stressati alla meta. Per tante persone, troppe, arrivare in serenità alla fine della giornata lavorativa e conciliare bene gli impegni professionali con la vita privata diventa sempre più difficile.
Stanchezza, rischio di burn out, sensazioni di esaurimento toccano infatti un lavoratore dipendente su tre. Eppure la stragrande maggioranza, dirigenti impiegati od operai che siano, ritiene prioritario che il lavoro contribuisca al benessere fisico e psicologico. A mettere nero su bianco l'affanno psicologico di chi lavora, la nuova edizione del Rapporto Censis-Eudaimon sul welfare aziendale.
A vivere in qualche modo situazioni di stress o ansia legate al lavoro sono il 73% dei lavoratori; il 76,8% non sempre è riuscito a trovare un equilibrio tra vita privata e lavoro; il 75,9% si sente spesso sopraffatto dalle responsabilità quotidiane; il 73,9% sente di avere troppa pressione addosso quando lavora.
Inoltre, il 67,3% ha provato frustrazione per via del mancato supporto da parte del datore di lavoro; il 36,7% è andato da uno psicologo o ha fatto ricorso al counseling a causa del proprio lavoro.
Sono 3 milioni, invece, i lavoratori affetti dalla cosiddetta sindrome da corridoio, cioè quel groppo di ansie e disagi tra lavoro e vita privata, che riduce drasticamente il benessere soggettivo, la qualità della vita e la salute mentale.
Si portano a casa i problemi lavorativi con relativi effetti negativi il 41,0% dei più giovani, il 34,9% degli adulti e il 33,7% dei più anziani.
"I tempi sono maturi per le aziende per proporsi come hub del benessere, garantendo ascolto e accompagnamento" dice Alberto Perfumo". Attrarre e trattenere lavoratori significa sempre più misurarsi con le loro nuove e inedite aspettative" sottolinea Giorgio De Rita, segretario generale del Censis.
Allora ecco le nuove strade che l'indagine indica sul fronte del welfare. Il 63,5% dei dipendenti vorrebbe supporto a svolgere attività di meditazione o yoga e aiuto nel ricorrere ad uno psicologo, e il 38,2% ritiene che la meditazione lo aiuterebbe a gestire meglio lo stress. Per affrontare gli effetti delle sofferenze da lavoro è forte la richiesta di tempo: l'89,4% vorrebbe più tempo per sé stessi e le cose che piacciono.
Le dimensioni del lavoro che contano positivamente per il benessere soggettivo sono per il 94,6% dei dipendenti un buon rapporto con superiori e colleghi, cioè un buon clima aziendale, per il 93,1% la possibilità di operare con un certo grado di autonomia, per il 92,2% un riuscito bilanciamento tra vita privata e lavoro, per il 91,6% la flessibilità degli orari, per l'87,6% sentirsi valorizzati in azienda e per il 64,1% lavorare anche in smart working.
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