Un capannone vuoto - lo storico stabilimento dove si producevano le lavatrici della Whirlpool - una piccola scrivania, un po' di documenti pronti da far firmare. Da un lato una funzionaria della Tea Tek con il Ceo dell'azienda Felice Granisso, dall'altro la prima lavoratrice assunta da Italian Green Factory, l'azienda del Gruppo partenopeo cui è stato assegnato il compito di restituire l'area di via Argine, a Napoli, alla sua missione primaria, quella industriale. L'appuntamento è alle 7,30. Desiré Cocozza ha 35 anni. Sua figlia è nata sei mesi fa, proprio nei giorni in cui veniva affidato a Tea Tek il compito di riportare rumori e macchinari in quel capannone oggi vuoto.
Una doppia rinascita, per una mamma e per una città. La Italian Green Factory del gruppo partenopeo Tea Tek è pronta a prendere il posto della Whirlpool in via Argine. "E' un'emozione bellissima. Oggi riparte la mia vita da lavoratrice e da mamma", dice emozionata la donna, accompagnata dal marito e dalla figlioletta. Colleghe e colleghi di lavoro applaudono.
E' la fine di un incubo che dura da quattro anni e cinque mesi. Altri operai firmano subito dopo e poi, via via tutti gli altri: in tutto 312. A mezzogiorno arrivano i giornalisti, convocati dai vertici aziendali. Ci sono tutti, o quasi. I sindacati, ovviamente, ma anche le istituzioni, con il sindaco Gaetano Manfredi e chi, nei panni dello Stato, come il prefetto Claudio Palomba, ha dovuto governare insieme al suo predecessore, 53 mesi di tensioni sociali, cortei, occupazioni e blocchi autostradali.
"E' una storia di lavoro, di ripartenza, di innovazione - dice il sindaco - una bella storia di una Napoli che, partendo da una crisi industriale molto dolorosa, riparte e rilancia, con un nuovo imprenditore, una nuova azienda che parte dalle ceneri della Whirlpool, ma che guarda al futuro, alla transizione ecologica, alla tecnologia avanzata". Secondo il prefetto, "quello di oggi è un risultato importante ed è la dimostrazione che con la buona volontà, la coesione fra tutti, i risultati si possono raggiungere". Oggi flash e taccuini raccontano la soddisfazione di tutti.
"C'è una corsa all'intestazione della risoluzione della vicenda - dice Giosy Romano, commissario della Zes Campania - non sono cose che mi appartengono. Mi appartiene l'orgoglio di aver determinato queste condizioni, in un arco temporale limitato. Ci abbiamo messo 4 mesi e mezzo per risolvere la vicenda".
Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ricorda che "tutte le istituzioni hanno agito all'unisono per chiudere una crisi che durava da 4 anni". "Potrebbe essere sicuramente un modello replicabile - secondo il leader della Cgil di Napoli e Campania, Nicola Ricci - se il Governo non avesse deciso di tagliare le otto Zes presenti al Sud per crearne una soltanto". "E' un momento di felicità e di speranza - secondo Crescenzo Auriemma e Antonio Accurso, rispettivamente segretario generale e segretario regionale Uilm Campania - non solo per i dipendenti del sito di via Argine, ma anche per tutto il Sud". "Ora - secondo il segretario generale della Fim Cisl di Napoli, Biagio Trapani - bisogna dimostrare che investire e soprattutto produrre al Sud è possibile".
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