''Per salvaguardare il grande patrimonio del saper fare, costituito dai sistemi produttivi locali e dai distretti come quello di Prato, è necessario anzitutto puntare sullo spostamento dell'attività produttiva verso fasce di più elevata qualità, meno esposte alla concorrenza di costo''. E' quanto ha detto il ministro per la Coesione territoriale Carlo Trigilia in un videomessaggio inviato alla cerimonia per l'assegnazione del premio 'Santo Stefano' per lo sviluppo del lavoro a Prato. Impossibilitato ad intervenire Trigilia, anche nella veste di esperto di progettazione dello sviluppo locale e di pianificazione strategica delle città (a Prato ha insegnato al Pin), ha indicato quelle che per lui dovrebbero essere le due principali linee d'azione: ''la prima è l' innovazione'' per modernizzare il made in Italy, combinando ''nanotecnologie e produzione tessile''. Per questo il ministro, nel rilanciare il rapporto tra imprese, università e centri di ricerca, punterebbe anche sull'esperienza del polo universitario pratese, ''un'opportunità che non è stata sfruttata come si sarebbe potuto ma siamo ancora in tempo''. La seconda linea riguarda la crescita nella domanda di beni culturali, e Trigilia pensa al Museo Pecci, ''che potrebbe diventare il centro di riferimento per altre e più diffuse iniziative nel campo dell'arte contemporanea'', ma anche al museo del tessuto o alla tradizione musicale ''particolarmente presente nell'area di Prato''. Quest'anno gli 'Stefanini' sono andati ad Apollo spa, Campaioli srl e TT Tecnosistemi, mentre il prefetto Maria Laura Simonetti ha consegnato a Giovanni Masi, uno degli ispiratori del Premio, giunto alla quarta edizione, il riconoscimento assegnato dal Capo dello Stato Giorgio Napolitano.
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