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GIORGIA TOLFO, WILD SWIMMING (Bompiani, pp.304, 18 euro). Liquido come l'acqua evocata dal titolo, "Wild swimming" di Giorgia Tolfo, in libreria con Bompiani, colpisce per la capacità di esplorare il terreno labile del ricordo e del desiderio attraverso una storia solo all'apparenza autobiografica. Due donne si conoscono in una stazione londinese dopo essersi conosciute tramite una dating app, senza sapere molto l'una dell'altra ma lasciandosi guidare da suggestioni letterarie. Forse hanno tanto da condividere, o forse no, poco importa: il loro incontro, la passione travolgente che attrae i corpi come calamite, l'inizio di una storia che si fa strada con prepotenza nella mente e che rifugge da ogni catalogazione, rappresenta per l'autrice l'occasione di "nuotare in acque libere", ossia di immergersi nella profondità dell'esistenza e provare a orientarsi, magari chissà perdendosi ancora, per poi tentare fino allo sfinimento di trovare un posto in cui sentirsi a casa. Un esordio di rara intensità, cerebrale eppure leggerissimo, quello di Tolfo - nata a Marostica nel 1984 e residente a Londra, scrittrice, ricercatrice e traduttrice - che si colloca a metà strada tra il memoir e il romanzo: attraverso capitoli agili che sembrano istantanee di vita, l'autrice costruisce una propria geografia, fatta di sentimenti, nostalgie, luoghi minuziosamente descritti, squarci di passato - come l'infanzia - che tornano prepotentemente, echi letterari.
Esiste un modo per definirci? Quando possiamo dire di appartenere a un luogo? Attorno a queste domande si muove l'autrice, in una ricerca che si alimenta e muta al variare di esperienze, nostalgie, delusioni, conquiste, e che quindi è destinata a cambiare rotta ogni qual volta la vita prende una strada diversa.
La nuova storia d'amore è per la protagonista il pretesto per continuare a indagare dentro se stessa: un flusso di coscienza scandito da incontri, conversazioni, libri, concerti, e dal fascino prepotente dei luoghi, dalla provincia veneta d'origine a Londra. I piani spaziali e temporali si mescolano continuamente, eppure è chiaro l'obiettivo di questa sorta di educazione sentimentale: con una scrittura già sorprendentemente matura e uno stile elegante che affascina e coinvolge il lettore, Tolfo costruisce una trama che trova inizio e fine dentro la protagonista ma anche fuori di lei, in una storia che è insieme tante storie e tanti sentimenti. Il fil rouge resta la parola, intesa come strumento irrinunciabile per "misurare" emozioni, geografie, situazioni e per definire i tanti noi stessi che siamo stati man mano che sul nostro destino sono apparse altre opportunità, altri luoghi, altri romanzi a cui potersi aggrappare. Ed è proprio la letteratura uno dei porti sicuri in cui Tolfo cerca le sue risposte, interrogando i libri letti, riflettendo sulla lingua d'origine e le traduzioni fatte, in un tentativo mai pago di trovare nuove o vecchie parole per riconoscersi di fronte a se stessa.
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