Il tema al centro della prima puntata sarà il nuovo scenario che si sta configurando in Medio Oriente, partendo da un anniversario importante: i venti anni dall'attentato a Nassiriya, "perché è il giorno in cui la guerra è entrata nelle case degli italiani. Io quel giorno ero inviato per il Tg1 a Baghdad, corsi li per documentare quello che era successo". Gocce di Petrolio è il nuovo programma di informazione e approfondimento condotto da Duilio Giammaria, al via dall'11 novembre ogni sabato alle 16.30 su Rai3, in un formato più snello di 45 minuti, e in una collocazione oraria inedita, con la redazione che si trasformerà in una piattaforma multimediale, in cui si mescoleranno linguaggi e forme di comunicazione nuovi. Il programma è stato presentato oggi a Viale Mazzini dal giornalista e conduttore insieme al direttore Approfondimento Rai Paolo Corsini che ha evidenziato come Duilio Giammaria abbia "una storia da inviato e conduttore di punta della nostra azienda".
Sulla collocazione nella fascia pomeridiana di Rai3, Corsini ha messo in evidenza che si tratta di "un pezzo di palinsesto dedicato all'approfondimento di qualità credibile e attendibile". Dopo la fortunata prima serata del 6 settembre, con al centro il tema della longevità e le successive riedizioni, che hanno raggiunto ottimi risultati di pubblico e gradimento, il faro della nuova serie continuerà ad essere l'approfondimento dei grandi temi nazionali e internazionali. Lo studio sarà un open space in cui la squadra di Petrolio lavorerà alla scrittura della puntata insieme con gli ospiti, la cui competenza ed esperienza saranno i mattoni su cui costruire il racconto e l'analisi delle singole puntate tematiche. Gocce di Petrolio, nella sua nuova veste, si configurerà quindi come un vero e proprio laboratorio, in cui l'impianto narrativo sarà dato dalla somma di nuovi linguaggi e dal confronto sui fatti, tra sguardi di generazioni diverse.
"Quando abbiamo lasciato Petrolio - ha ricordato Giammaria - eravamo in testa al Qualitel, la classifica di qualità. Questo vuol dire che il pubblico sa riconoscere la qualità dei programmi. E anche gli ascolti erano interessanti. È l'altra sfida che ci poniamo, trasformare le nostre idee in oggetti editoriali ben comprensibili al grande pubblico, e anche affascinanti". "Data la durata breve del programma - ha proseguito il conduttore - pensiamo di fare un sistema di videografica sistematica, non casuale, con linguaggi che ormai hanno raggiunto la maturità per essere integrati. Noi 'old school' mischieremo il nostro sapere con i giovani, è giusto non chiudersi". Giammaria sulla diversa collocazione oraria osserva: "È un pubblico più vasto quello del sabato pomeriggio, e anche questo è una sfida o un'opportunità: si tratta di un pubblico più ampio, con più famiglie riunite, e questo ci dà l'opportunità di sperimentare nuovi linguaggi". Il titolo della prima puntata sarà 'La guerra in casa', "perché mai come in questo momento - osserva Giammaria - siamo sommersi da istantanee di un conflitto non più percepito come lontano da noi, ma che entra impetuosamente nelle nostre vite. Siamo davvero più informati o aumenta il rischio di manipolazione".
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