Una ventina di anni fa l'avvento del
satellite con Sky ha scardinato il dominio incontrastato di Rai
e Mediaset nel panorama televisivo nazionale. Oggi la diffusione
della fibra porta alla ribalta i giganti delle piattaforme
Internet. "Da un modello di competizione tra due player
nazionali - ha spiegato Franco Bassanini, giurista e presidente
di Astrid, fondazione che tra le sue attività si occupa di
innovazione e tecnologie digitali - si sta passando a una
competizione tra molti player nazionali ed internazionali, con
le grandi piattaforme americane in una posizione di leadership
difficile da contrastare per le imprese che rimangono confinate
nei loro mercati nazionali".
In questo contesto è complicato, per le aziende televisive,
anche raggiungere l'utente finale, di fronte agli apparecchi
televisivi di ultima generazione, che favoriscono l'accesso ai
contenuti delle piattaforme a pagamento. In Inghilterra e Spagna
i broadcaster tradizionali stanno unendo le forze per
raggiungere dimensioni di scala e non soccombere di fronte alla
potenza di fuoco delle piattaforme: Freely, in Inghilterra, è il
servizio voluto da Bbc, Itv, Channel 4 e Channel 5 per la
navigazione e all'accesso dei canali in streaming live dei
broadcaster inglesi che verrà lanciato nella prossima primavera;
in Spagna LovesTV è la piattaforma di accesso promossa da
Atresmedia, Mediaset España e Rtve attraverso la tecnologia
HbbTv, che abbina trasmissioni televisive in diretta (broadcast)
e contenuti web (broadband).
In Italia, tivùsat è un modello di collaborazione tra
broadcaster. La piattaforma gratuita satellitare ha il vantaggio
dell'accessibilità: ogni angolo del territorio è coperto dal
segnale, ogni famiglia può essere raggiunta dall'offerta del suo
catalogo. In questa prospettiva si può pensare alla creazione di
un omologo digitale anche per l'IP, che guardi a contenuti
nazionali e ne ripeta la storia di successo.
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