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Torna Django, tormentato, 'fluido', in cerca di rinascita

Torna Django, tormentato, 'fluido', in cerca di rinascita

Da cult serie su Sky e Now da 17/2. Comencini, 'riflette l'oggi'

ROMA, 14 febbraio 2023, 19:53

di Francesca Pierleoni

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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L'ex soldato in disgrazia che girovaga in una terra desolata e fangosa con una bara vuota, in cerca di vendetta e portando giustizia.

E' una delle icone degli spaghetti western, Django, dal film di Sergio Corbucci del 1966 con Franco Nero, poi celebrato da Quentin Tarantino nel 2012 con Django Unchained.

Ora torna torna con il titolo originale e in forma di serie Sky Original al debutto in esclusiva su Sky e in streaming solo su Now da venerdì 17 febbraio. Dieci episodi con protagonista Matthias Schoenaerts in un cast che comprende Nicholas Pinnock, Lisa Vicari, Noomi Rapace, Jyuddah Jaymes, Camille Dugay, Manuel Agnelli (al debutto da attore), Vinicio Marchioni, Thomas Trabacchi e la partecipazione straordinaria di Franco Nero. " E' una bella follia in cui ci siamo lanciati tutti insieme, con gran parte dello stesso gruppo di 'Gomorra: La serie' - spiega Francesca Comencini direttrice artistica di DJANGO e regista dei primi quattro episodi (i seguenti sono diretti da David Evans e Enrico Maria Artale) -. Ci siamo voluti misurare con un genere leggendario seguendo le tracce nell'audacia e nella libertà, di raccontare attraverso il western, il qui e ora che abbiamo intorno a noi, con i conflitti, le contraddizioni, le speranze e le paure del nostro tempo".
Si toccano così temi, pur nel rispetto della cornice storica, come le battaglie delle donne per scardinare un sistema millenario e l'inclusione. Nella storia (prodotta per Sky e Canal+ da Cattleya e Atlantique Productions e co-prodotta da Sky Studios e Canal+, in collaborazione con Studiocanal e Odeon Fiction), ambientata nel 1872, sette anni dopo la Guerra di secessione, si torna costantemente anche al passato del colono / pistolero infallibile/ criminale/ reduce di guerra in una vicenda di famiglie, vendette, ossessioni, ricerca di salvezza. Julian Wright detto Django è un uomo tormentato e complesso, padre e vedovo pieno di rimorsi, tra scelte sbagliate e una virilità 'fluida' portata in luce dai sentimenti provati per il cognato Elijah (Tom Austen), con cui si scambia anche un bacio. A dare il via al racconto è l'arrivo a New Babylon, città ideale che accoglie tutti, al di là dell'identità, dell'etnia e del passato, fondata dall'ex soldato afroamericano John Ellis (Pinnock) e la ragazza da lui salvata da bambina, di cui si è innamorato, Sarah (Vicari), che è in realtà la figlia di Django scampata al massacro della sua famiglia. Una donna forte che fa da contraltare all'altra presenza femminile dominante: la potente e spietata Signora di Elmdale, Elizabeth Thurman (Rapace), sorellastra di John Ellis, con cui ha un inquieto rapporto di odio - amore, ossessionata dalla sua fede e decisa a distruggere il 'covo di peccatori' di New Babylon. "Credo che il western torni sempre perché consente di parlare, in una cornice fiabesca, nera delle nostre paure e ci consente di esorcizzarle, come hanno fatto anche i nostri grandi registi del genere" sottolinea Francesca Comencini. Tra le fonti per la storia c'è stato il diario della predicatrice, ex prostituta, Sarah Crosby, "e tanti diari coevi scritti dai vaqueros, i cowboy che facevano con il bestiame transumanze lunghe mesi, piene di situazioni borderline nelle quali riemergeva la natura umana a prescindere dal sesso" spiega Maddalena Ravagli, cocreatrice e cosceneggiatrice della serie con Leonardo Fasoli.
"L'umanità è stata sempre composta da questa pluralità - aggiunge Francesca Comencini - metterla in una cornice in costume consente di raccontarla come un universale umano". Il Django originale, di cui resta nella serie il mood visivo "è un capolavoro, un western di rottura - sottolinea - Già quel Django era un antieroe, un uomo ferito, storto, un cowboy che più che raccontare una conquista, racconta una crisi". Una delle cose più emozionanti nella serie "è proprio il viaggio interiore di Django - aggiunge Riccardo Tozzi di Cattleya - che lo porta anche a un cambiamento della visione di se stesso e del mondo". E' una serie "drammaticamente attuale - dice Nils Hartmann, Executive Vice President di Sky Studios in Italia e Germania - c'è il tema della follia di una guerra che non è mai finita, c'è quello dell'integrazione razziale su un impianto di rapporti psicologici incredibilmente contemporanei".

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